Rubrica a cura del Sommelier Riccardo Romano
Cari lettori, in questo appuntamento accenno alle tipologie di bicchieri e bottiglie comunemente usati per il vino e l’olio. Come risulta evidente normalmente le bottiglie sia del vino che dell’olio sono di vetro e colore scuro: ciò perché la luce potrebbe danneggiare la qualità e conservazione del contenuto ed il vetro scuro ne preserva anche la temperatura. Per i bicchieri, invece, si privilegia il colore neutro del vetro affinché si possa apprezzare il colore, la limpidezza e la consistenza.
Senza dubbio il cosiddetto ‘packaging’ delle bottiglie ha assunto un rilievo enorme per il valore estetico attribuibile alla commercializzazione delle etichette, le quali a volte sono coperte totalmente da involucri distogliendo l’attenzione dal contenuto ed attribuendo al ‘brand’ immediata riconoscibilità. Senza dubbio siamo lontani dagli antichi bicchieri di terracotta e dalla paglia dei fiaschi del vino, quest’ultimi ancora usati. Dunque, anche la forma e lo stile della bottiglia attribuiscono valore e riconoscibilità oltre alla qualità, categoria e tipologia: si pensi alla bottiglia di uno storico vino Verdicchio che nel 1953 creò una bottiglia a forma di anfora. In realtà alcune forme di bottiglie del vino sono state tipizzate ad esempio la Bordolese, la Borgognotta, l’Albeisa, la Renana, la Champagnotta, la Marsalese ecc. così come i formati classici delle bottiglie in cui si trova solitamente il vino nei negozi sono compresi tra 0,25 e 1,5 litri.
I formati più grandi, più rari, hanno spesso denominazioni d’origine storica, biblica o mitologica: Mathusalem (capacità 6 litri), Nabuchodonosor (capacità 15 litri) o Jeroboam (capacità 3 litri), mentre il formato della bottiglia da 0,75 litri è noto come Bouteille. Il formato Magnum, invece, contiene 1,5 litri di vino. Il formato di bottiglia più piccolo, con una capacità di 20 cl, è conosciuto con il nome di Piccolo oppure “Quarto”.
Normalmente il vino contenuto in bottiglie di piccole dimensioni ottiene un più veloce processo di invecchiamento per cui andrebbero consumate prima possibile. Infatti, il vino reagisce a contatto con l’aria, quindi più ampio è il contatto tra aria e vino, più sarà probabile che quest’ultimo si ossidi: così, le bottiglie di vino più grandi, ad esempio le Magnum, contengono in proporzione una percentuale di aria molto inferiore rispetto alla quantità di vino essendo la superficie del vino a contatto con l’ossigeno minore nella bottiglia ed un vetro più spesso: più a lungo si vuole conservare il vino in cantina, più grandi dovrebbero essere le bottiglie.
Fonte: Linardi Wines
Si ricorda che le bottiglie dei vini spumanti contengono una pressione di 6 atmosfere: perciò, le bottiglie devono avere adeguata forma (con parte concava sul fondo) e spessore. Anche sui bicchieri è possibile variare. Oltre a trovare bicchieri personalizzati con la scritta dei ‘brands’spesso si notano bicchieri dalle svariate proporzioni. Tuttavia, anche qui sussistono delle tipizzazioni: normalmente il bicchiere da vino rosso, com’è noto, è più ampio rispetto a quello da vino bianco per garantire un maggior respiro ed ampiezza al vino rosso più maturo rispetto al bianco.
Fonte: Cantine di Dolianova
Il bicchiere o flute dello spumante metodo classico o champagne è più alto rispetto a quello da prosecco. Il bicchiere fa cognac (napolèon, balloon) è un tipo di bicchiere a stelo, con un vetro sottile di cui il vaso principale ha una parte inferiore larga che restringe alla parte superiore e così via. Diversa funzione svolge il ‘Decanter’ in vetro trasparente, il quale può avere anch’esso forme diverse accomunate dall’unica funzione di separare il vino da eventuali depositi e far respirare i vini rossi evoluti. Il prossimo appuntamento sarà dedicato alla differenza tra vini spumanti lavorati con il Metodo classico e Charmat.