Rubrica a cura del Sommelier Riccardo Romano
Cari lettori, in questo appuntamento, considerato il periodo e l’imminente Festa delle Donne, accennerò alle preferenze di vino e olio al femminile, secondo la mia esperienza, però senza velleità di generalizzazioni dati i singoli gusti ed i molteplici abbinamenti possibili. Tra i bianchi il Gewutztraminer la fa da padrone. Il vitigno aromatico omonimo a bacca bianco-rosa risulta essere davvero piacevole sia all’olfatto (fruttato con ricordi della rosa) che al gusto (morbido, dolce aromatico). Inoltre, risulta versatile potendo anche gustarsi da solo od in abbinamento con sushi, sashimi e pietanze orientali stante l’aromaticità e la freschezza.
Il grado alcolico lo rende poco indicato per piatti troppo delicati ed i suoi profumi ne consigliano il consumo nei due anni. Proveniente prevalentemente dai terreni rocciosi del nord Italia risulta accattivante già all’esame visivo con il colore giallo paglierino con riflessi dorati. Tra i vini rossi l’Amarone primeggia. Qui, a differenza del precedente più che dai vitigni di provenienza è la procedura di lavorazione a caratterizzarlo e renderlo molto piacevole e pregiato dato che si ricava per fermentazione delle uve passite dei vitigni tipici della Valpolicella con profumi intensi e sapori persistenti.

Fonte: Svinando
Dalla vendemmia manuale alla fase d’appassimento (per una durata di 100-120 giorni) delle uve selezionate che produce però un vino secco non dolce. Spesso la gradevolezza di questo vino ne fa trascurare il corretto abbinamento con il cibo. La fase di vinificazione a contatto con le bucce dura almeno 30 giorni (il doppio rispetto alla norma) dati gli zuccheri e le temperature. Anche la fase d’invecchiamento è prolungata è dura due anni da quello della vendemmia.
L’affinamento avviene in legno. Gli abbinamenti consigliati sono carni rosse e selvaggina, come il brasato al vino Amarone o uno stufato di cervo oppure con formaggi stagionati e dal sapore intenso, come il parmigiano reggiano 36 mesi, il pecorino toscano o il gorgonzola piccante. Indubbiamente l’esame visivo e l’eleganza nel calice rappresenta spesso una discriminante soprattutto per il consumatore al femminile. Ed allora le bollicine non possono mancare in questo elenco indicativo. Sia il prosecco che il metodo classico sono molto gettonati ed utilizzati anche a tutto pasto. Al riguardo, il servizio deve avere la sua parte e deve essere corretto oltre che attento.
Uno spumante metodo classico (che sia Franciacorta, Trento.doc o Champagne) necessita di un calice flute più alto rispetto allo spumante prosecco per esaltarne le bollicine più numerose e persistenti, stante la maggiore struttura. La tendenza a spumantizzare vitigni che hanno freschezza adeguata s’indirizza proprio verso questa richiesta di un prodotto che si presti anche quale aperitivo oppure da gustarsi, semplicemente. Ad esempio, ben riusciti e piacevoli risultano gli spumanti realizzati con il vitigno verdicchio.
Da non trascurare la crescente preferenza al femminile per i versatili vini rosati che si fanno preferire spesso per l’aspetto elegante nel calice e per l’olfatto raffinato che richiama odori e profumi naturali. In sostanza, la proposta ad una dama di un vino che provenga da un sommelier o da un cavaliere deve tener conto di altre variabili oltre quelle classiche e da manuale implicando caratteristiche anche estetiche particolari che possono variare da caso a caso ed indipendenti dall’abbinamento con il cibo e, perciò, si tende a tollerare se quel vino adatto per quella persona non si sposa perfettamente con quel piatto.
Analogamente si può ragionare con l’olio.

Fonte: CiboCrudo
Il colore (le varie tonalità di verde e/o giallo) ed il profumo sono caratteristiche che vanno incrociate con la personalità della dama e con i suoi gusti oltre che con l’abbinamento con il piatto prescelto. Anche nel caso dell’olio rispettare (magari durante un viaggio) la territorialità del luogo che si sta visitando può essere una scelta giusta nell’ampio spettro di produzione nazionale data l’influenza del terroir sul prodotto finale.
L’olio rispetto al vino ha, a mio avviso, un vantaggio rispetto al vino: la semplicità e l’immediatezza della produzione. Semplicità perché il piacere di attingere con il pane all’olio nel frantoio od a tavola è semplicemente appagante. Un cucchiaio di olio nel piatto risulta anche visivamente naturalmente elegante. Inoltre, l’olio dalla pianta al frantoio va a tavola direttamente garantendo in questo percorso ammirazione e rispetto. Da ultimo non si può non accennare alla diffusa preferenza delle donne per i dolci od il cioccolato. Con i dolci normalmente si va sulla concordanza abbinando un vino passito o liquore dolce. Con il cioccolato, se si gradiscono i liquori, suggerirei il rum od il whisky perché no con un buon sigaro sempre più di tendenza anche al femminile.