Le elezioni regionali, quelle americane, l’inizio di una trattativa per far finire queste maledette guerre. Noi aspettiamo perché, come nel calcio, le partite si vincono a centrocampo

Il Governo ha varato la legge di bilancio che andrà a breve nelle aule parlamentari per l’approvazione definitiva. Sembra una legge che non contiene provvedimenti punitivi verso i cittadini perché vengono confermati, anzi vengono definitivamente strutturati, i tagli all’Irpef per i lavoratori con un reddito fino a 40000 euro e taglio al cuneo fiscale. Provvedimenti che mettono soldi nelle tasche dei cittadini, cercando di mantenere il potere di acquisto fortemente diminuito negli anni a causa degli stipendi troppo bassi e da un’inflazione che, finalmente, sta scendendo. Nella voce stipendi, siamo tra gli ultimi in Europa, ed è una vergogna.

Una bella notizia viene dalla decisione di aumentare le risorse per la sanità, circa 4,5 miliardi in più, che significheranno 60000 assunzioni; inserito il buono bebè di 1000 euro per famiglie fino a 40000 euro di ISEE. Insomma, una manovra quasi di sinistra perché non colpisce con nuove tasse, come annunciato, ma anzi, chiede e ottiene da banche e assicurazioni un contributo di 4 miliardi, proprio per non mettere le mani in tasca agli italiani. Certo credo che qualsiasi governo trovi difficoltà a varare riforme utili al Paese, perché le riforme costano e perché la nostra situazione economica è sempre difficile a causa dell’indebitamento troppo elevato e che non consente politiche coraggiose per investimenti necessari. È vero che i dati della nostra economia sono confortanti, cresce l’occupazione (ma gli stipendi sono troppo bassi), cresce l’export e la produzione, spinta anche dagli investimenti che provengono dal PNRR. Insomma, un quadro generale non negativo ma certo un quadro generale che manifesta sempre difficoltà e precarietà.

Fonte: Lavorosi

Ed in questo quadro generale si innesta la drammatica situazione internazionale. Due guerre alle porte con il timore che il tirare troppo la corda possa provocare un conflitto mondiale, difficile che avvenga, ma il timore c’è.

In Medio Oriente, il governo d’Israele è deciso più che mai a risolvere una volta per tutte il problema dei terroristi di Hamas, che da anni lavorano per la cancellazione dello Stato d’Israele. È di queste ore la notizia che l’esercito israeliano ha ucciso il terrorista più crudele, il capo assoluto di Hamas, quel Sinwar che ha ispirato le più efferate azioni terroristiche di Hamas. Una guerra che dopo il 7 ottobre dello scorso anno, quando i terroristi, proprio con un’azione pensata e organizzata da Sinwar, uccisero 1100 cittadini, gli israeliani hanno iniziato una guerra totale contro Hamas, una guerra che ha portato ad uccidere più di 40000 persone, tra cui tanti bambini. Un numero che spaventa, anche se i terroristi di Hamas, senza nessuno scrupolo, utilizzano scuole e ospedali come rifugi per armi e strumenti di guerra utilizzando bambini e malati come scudi umani. Una guerra atroce che sembra non finire mai, anzi, tolti gli appelli alla pace e qualche manifestazione, in pochi si adoperano concretamente per arrivare almeno ad una tregua. L’ escalation di Nethaniau continua. Pretende che i soldati ONU arretrino nella zona cuscinetto ai confini del Libano, per attaccare e chiudere anche con quei terroristi. Pretesa inaccettabile che spero trovi risposte ferme ed energiche dalla comunità internazionale.

Fonte: Fanpage

Se in Medioriente non si placa la guerra, in Ucraina continua la dolorosa resistenza del popolo ucraino, contro l’invasore russo. Putin che pensava di risolvere tutto in qualche settimana, si trova in una guerra lunga e dispendiosa e il popolo russo comincia a pagare gli effetti dell’embargo voluto dalla comunità internazionale. A questa drammatica situazione è stata messa un po’ la sordina perché il conflitto in Medio Oriente ha preso il sopravvento. Ma la situazione resta drammatica e oltre la sofferenza di un popolo allo stremo, si contano morti e feriti anche lì.

Fonte: La rivista il Mulino

In questo scenario si attende l’esito delle elezioni americane. Fra meno di un mese, il 4 novembre, sapremo chi sarà il nuovo Presidente degli Stati Uniti e vedremo se il nuovo inquilino della Casa Bianca, saprà riportare gli USA al centro delle vicende internazionali. È necessario che l’America riprenda il ruolo che ha sempre avuto per l’Occidente e riprenda una iniziativa politica che manca da troppo tempo. Aspettiamo fiduciosi. Per mille motivi, voterei per Kamala Harris e spero che riesca a battere un vero pericolo pubblico, rappresentato da Trump.

Fonte: Euronews.com

In Italia siamo spettatori di un grande attivismo sulla platea internazionale della nostra Premier. A dispetto di chi non voleva credere che la Meloni venisse presa in considerazione in campo internazionale ha, invece, conquistato la stima e l’attenzione delle cancellerie europee e non solo. Nel nostro Paese, invece, il solito teatrino. Rispetto alla legge di Bilancio si danno i numeri. Addirittura, Conte, famoso per aver devastato le casse italiane con il suo super bonus e con il reddito di cittadinanza, si azzarda a commentare la legge di bilancio dicendo che si tratta di una presa in giro. Ma i dati dicono che lo spread è il più basso degli ultimi tre anni, l’occupazione cresce…. insomma, il livello è questo, dare i numeri e contestarli, se si sta all’opposizione. Continua a mancare, sia nel governo sia nell’opposizione, una visione di dove deve andare l’Italia e il dibattito politico si riduce a polemiche sterili e senza contenuti. Se in campo internazionale cresciamo in autorevolezza e prestigio, in Italia siamo stretti in una politica provinciale in cui ci spingono i partiti, privi di leader autorevoli e personale politico molto mediocre. Come definire le manovrette di Salvini che cerca visibilità mettendo in difficoltà il governo o i litigi nella coalizione, mai nata, di centrosinistra. Si litiga su tutto ma, mentre il centrodestra nei momenti cruciali riesce a trovare una sintesi, a sinistra volano gli stracci grazie a rancori mai sopiti e per una visione dei problemi troppo diversa e incompatibile fra loro.

Ma noi aspettiamo. Le elezioni regionali, le elezioni americane, l’inizio di una trattativa per far finire queste maledette guerre, frutto anche di una mancanza di leader capaci di guadagnare il centrocampo. Perché, si sa, come nel calcio, le partite si vincono a centrocampo.

FRANGES

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