L’omicidio di Valerio Verbano rimane senza colpevoli. Chissà se un giorno, usando le parole di Carla Verbano, la fine sarà davvero folgorante
Quarantatré anni fa moriva Valerio Verbano. Era il 22 febbraio 1980 quando, nel pieno degli anni di piombo, il giovane studente veniva ucciso con un colpo d’arma da fuoco. Il vile agguato nella sua casa in via Monte Bianco, a Montesacro, con i genitori Sandro e Carla legati e imbavagliati nella stanza accanto. Un delitto, rivendicato dai NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), rimasto ancora senza colpevoli.
L’omicidio di Valerio Verbano è una ferita ancora aperta, una macchia rosso sangue indelebile nella memoria collettiva di chi quegli anni li ha vissuti, tra proiettili e stragi, tra politica e violenza. Quel giorno di quarantatré anni fa, dei giovani citofonarono a casa Verbano presentandosi come amici di Valerio. Entrati in casa, si coprirono il viso con un passamontagna, e sotto la minaccia delle armi immobilizzarono i genitori.
Al suo ritorno, intorno alle 13:40, aperta la porta di casa, Valerio venne subito assalito dai tre. Nella colluttazione, Verbano riuscì a disarmare uno degli assalitori e a tentare la fuga attraverso una finestra dell’appartamento. Venne però raggiunto da un colpo di arma da fuoco alla schiena che gli perforò l’intestino facendolo cadere gravemente ferito sul divano del salotto.
Gli aggressori, fuggendo, lasciarono nell’appartamento un passamontagna, una pistola calibro 38 con silenziatore, un guinzaglio per cani, un paio di occhiali da sole e un bottone di camicia. Allertati dallo sparo, i vicini di casa accorsero nell’appartamento dei Verbano immediatamente dopo la fuga degli assassini, si attivarono per liberare i genitori e per soccorrere, invano, il giovane diciannovenne. Valerio morì poco dopo, ancor prima di essere caricato nell’ambulanza che lo avrebbe trasportato all’ospedale.
L’omicidio ebbe una grandissima risonanza cittadina, grazie anche alla militanza politica di Verbano. Il 25 febbraio, giorno dei funerali (e del suo compleanno), si registrarono diversi episodi di violenza dei gruppi legati all’estrema sinistra, duramente repressi con cariche e lacrimogeni dalla polizia, fin dentro lo storico cimitero del Verano, dove il giovane fu sepolto.
Dalle finestre del commissariato di San Lorenzo vennero addirittura esplosi diversi colpi di pistola sul corteo funebre. Secondo le varie testimonianze ed il ricordo degli amici,
Valerio sarebbe stato ucciso in particolare per il suo lavoro di contro-informazione sulla galassia neofascista, su cui andava componendo da tempo un copioso dossier. Anche quest’anno, la generazione Valerio Verbano si riunirà scendendo in piazza per ricordare lo studente del liceo Archimede.
L’omicidio di Valerio Verbano rimane ancora senza colpevoli. Una storia infinita, senza giustizia, che ci lascia sospesi, tra rabbia e dolore. Chissà se un giorno, usando proprio le parole di Carla Verbano, la fine sarà davvero folgorante.
Jacopo Gasparetti