Una panoramica sulla vita del grande statista britannico del ‘900

Se vi capiterà di visitare la pagina Wikipedia di Churchill, vi accorgerete di trovarvi davanti ad uno dei capitoli più complessi dell’intera enciclopedia online, costando ai creators ben 13 caselle tra incarichi e dati biografici. Un approfondimento su Winston Leonard Spencer Churchill, però, deve andar ben oltre un URL Wikipedia, in quanto si scrive di una delle figure più influenti del secolo scorso, di un militare, politico, scrittore e statista britannico in grado di guidare – tra un ruolo e l’altro – per 50 anni la Gran Bretagna, abbracciando dal 1924 il Partito conservatore. Insoddisfatto della sua esperienza in Cavalleria, Churchill scende in politica per la prima volta nel 1899, candidato alle suppletive ad Oldham; perde contro l’avversario liberale. Ma decide di ricandidarsi, vincendo nella stessa Oldham per le elezioni generali del 1900: è parlamentare britannico.

Fonte: ArtPhotoLimited

Da quel momento, frequenta borghi e periferie, luoghi in precedenza non visitati da gran parte della classe politica, aumentando così il suo consenso e divenendo – dal 1919 al 1921 – Segretario di Stato per la guerra, scalando nel tempo la carica di Primo Ministro del Regno Unito, che ricoprì per due mandati. Proprio durante la seconda presidenza, dopo 2 infarti, il 5 aprile del 1955 di sessantasette anni fa rassegnò le dimissioni in mano alla Regina Elisabetta, ritirandosi pubblicamente dalla politica due giorni dopo.

Churchill sin da giovane ritenette di non aver ricevuto una “formazione scolastica adeguata”, dunque da autodidatta studiò Platone, Smith, Darwin, Schopenhauer e l’intera storia dell’Impero Romano. Ricevette il premio Nobel per la letteratura nel 1953, fu agnostico e prese posizioni contro le istanze di uguaglianza provenienti dalla componente femminile della società, ritenendo che le donne sposate avessero già “un’adeguata rappresentanza grazie ai loro mariti”.

Finita la Prima guerra mondiale, però, il suo parere sulle donne cambiò radicalmente.

Alberto Fioretti

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