Ripercorriamo una delle tante decisioni opinabili prese dal presidente francese Macron?
Fece non poco scandalo qualche tempo fa la mossa del presidente francese Macron, che ha deciso di conferire, con una cerimonia in fragorosa sordina, la maggiore onorificenza del suo stato al dittatore egiziano Abdel Fattah Al-Sisi.
Questo proprio mentre si consumava un altro capitolo del caso Regeni, che vedeva l’Italia in una condizione di notevole imbarazzo diplomatico con l’Egitto, o appena dopo che, altrettanto clamorosamente, l’Unione Europea approvava un primo sistema comunitario di sanzioni economiche in difesa dei diritti umani. Mossa quanto meno sgraziata da parte di Macron, che ha usato un momento di frizione diplomatica di un supposto alleato per ribadirsi partner amichevole e disponibile con un leader autoritario.
Mossa che altresì pone i riflettori sull’importanza che l’Egitto ricopre nei delicati equilibri del Mediterraneo meridionale, dove lo spietato Al-Sisi è visto come un fondamentale stabilizzatore politico, avverso al turco Erdogan e favorevole al generale libico Haftar, sostenuto anche dai francesi.
Al-Sisi è poi un massiccio acquirente di armi, che sia la Francia che l’Italia sono ansiose di provvedere: solo quest’anno, ad esempio, l’Italia ha intavolato con l’Egitto trattative per la vendita di oltre nove miliardi di euro in equipaggiamento e mezzi militari.
Dal canto suo, Macron, il cui paese vende regolarmente all’Egitto elicotteri e jet da combattimento, ha ribadito durante l’ultima visita di Al-Sisi che non subordinerà la vendita di armi al rispetto dei diritti umani. Troppo importante, a suo dire, l’apporto del leader egiziano alla “lotta contro il terrorismo”.
È troppo importante, verrebbe da aggiungere, mantenere la propria influenza sul Nordafrica.
Alberto Fioretti