Il nuovo caso politico: i ministeri non pagano la Tari
Il rapporto tra la città di Roma e i rifiuti non è mai stato idilliaco. a complicarlo ulteriormente è il debito accumulato da alcuni ministeri, che sembrano dover restituire al Comune una somma che si aggira intorno ai 17 milioni di euro complessivi derivanti dal mancato pagamento della tassa sui rifiuti, la Tari. Questo è quanto emerso dai risultati di un accesso pubblico agli atti pubblicati da ‘Repubblica’ giovedì 10 aprile. A chiedere l’accesso agli atti per il periodo che va dal 2017 al 2024 era stato il 10 marzo scorso Antonio de Santis, consigliere comunale in forza ad Azione.
Nella classifica della morosità, secondo quanto riportato da ‘Repubblica’, il primo posto è detenuto dal Ministero della Difesa, che avrebbe accumulato un debito di più di sei milioni di euro nei confronti del Campidoglio. A seguirlo ci sono il Ministero dell’Interno con oltre quattro milioni di debito, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con più di due milioni e mezzo di debito e tre delle otto sedi in cui si articola la presidenza del Consiglio dei ministri. Dati che però vengono contestati dalla presidenza del Consiglio, che rivendica un credito di circa 146mila euro nei confronti del Comune. Tra i “morosi” rientrano anche il Ministero della Giustizia, quello della Salute e quello dell’Economia.
A destare alcuni sospetti riguardo al mancato pagamento della Tari è il fatto che, sempre da quanto fatto emergere da Repubblica, i pagamenti dei vari ministeri siano in regola fino al dicembre 2022. I debiti si sarebbero dunque accumulati tutti dopo l’insediamento a Palazzo Chigi del governo Meloni, che proprio alla fine del 2022 aveva sostituito il governo Draghi. A sostenere questa tesi è lo stesso sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, che durante un’intervista su La7 ha sottolineato una “continuità di colore politico” in merito a tale vicenda. In realtà dai documenti consultabili non è chiaro quando si sia verificata l’interruzione dei pagamenti, e soprattutto se sia avvenuta in corrispondenza dell’insediamento del governo Meloni.
Ad onore del vero, sembra molto difficile che un debito così cospicuo sia stato accumulato solamente negli ultimi due anni, e molto probabilmente si tratta di una problematica strutturale che non ha nulla a che vedere con il colore politico dei governi in carica. Per stessa ammissione del sindaco Gualtieri, la tassa sui rifiuti viene sistematicamente evasa da molti soggetti, tra cui rientrano gli enti della pubblica amministrazione. E le strutture ministeriali, forse convinte di non dover pagare la TARI.

Fonte: Sistema Ratio
In ogni caso, l’amministrazione Gualtieri ha già iniziato da tempo l’attività del recupero dei crediti. Secondo quanto affermato dal primo cittadino della Capitale, nel 2024 il Comune ha incassato 642 milioni di euro dalla TARI, contro i soli 419 ottenuti nel 2021. In particolare, solo nel 2024 il Comune ha recuperato circa 500 milioni di Tari non pagata, e che il 5% proveniva proprio dalla pubblica amministrazione. Il recupero del credito prevede infine un accordo con le strutture ministeriali, che come affermato dal sindaco si sono attivate per regolarizzare la propria posizione.
Giulio Picchia