Il suo era il coinvolgimento di tante comunità compresa quella romanista con cui si produceva in sfottò a carattere goliardico
Suor Paola, di cui tutti noi piangiamo la recente scomparsa, ha saputo straordinariamente coniugare i valori cristiani e sportivi fondendoli per fini sociali e umanitari a tutela delle persone più fragili e bisognose. Ha interpretato la sua missione di Suora francescana in chiave moderna sfruttando il mezzo televisivo per diffondere messaggi di solidarietà e di inclusione sociale nelle case degli italiani.
La sua passione per il calcio e per la Lazio in particolare è stato lo strumento con cui è entrata in contatto con tanti benefattori e volontari che l’hanno affiancata e sostenuta nelle sue innumerevoli iniziative intrise di spirito caritatevole e amore per il prossimo. Possiamo definirla come una donna moderna ed al passo con i tempi, coraggiosa ed intelligente, sensibile e determinata, dinamica e disincantata, insegnante di vita ed esempio per le future generazioni
Calabrese di Roccella Jonica, Suor Paola (all’anagrafe Rita D’Auria) si trasferì giovanissima a Roma per entrare nella congregazione delle Suore Scolastiche Francescane di Cristo Re diventando maestra all’Istituto Sacro Cuore di Gesù alla Farnesina. Il suo amore per questo sport iniziò per caso. Impietosita da ragazzi poveri e scalzi con il desiderio di giocare a pallone, bussò alla porta della Roma per chiedere materiale sportivo in beneficenza. Il netto rifiuto di un inserviente della squadra giallorossa spinse Suor Paola a rivolgersi alla Lazio presso il quartier generale di Tor di Quinto. La accolse Tommaso Maestrelli che dall’alto della sua proverbiale sensibilità ordinò ai magazzinieri di donare maglie e scarpini dismessi, aggiungendo l’invito ai ragazzi di giocare nel campo di allenamento di lunedì, giornata di riposo dei calciatori biancocelesti.

Fonte: Sportmediaset
Questo atto umano dell’allenatore le fece scattare la scintilla dell’amore per la Lazio da lei considerata la sua seconda fede. Alla fine degli anni ’70 divenne nota a Roma come “Sorella Mister” allenando più di 50 ragazzi di ogni estrazione sociale, dai figli dei baraccati a quelli di facoltosi professionisti.
Negli anni ’90 con la sua partecipazione a “Quelli che il calcio”, seguitissimo programma RAI condotto da Fabio Fazio, Suor Paola divenne uno dei volti più amati della televisione. Sfruttò la sua notorietà per moltiplicare le sue iniziative benefiche a carattere umanitario, come quella di offrire, insieme a Padre Vittorio Trani, supporto spirituale ai detenuti del carcere di Regina Coeli. Per intensificare le sue attività di beneficenza nel 1998 fondò la So.Spe (Solidarietà e Speranza), associazione finalizzata ad aiutare i bisognosi, ed in quello stesso anno prese in concessione dal Comune di Roma un immobile in disuso di oltre mq 1200 in zona Bravetta da ristrutturare.
Suor Paola, con l’obiettivo di farne una casa-famiglia, organizzò una serie di partite del cuore con il fine di ricavare fondi che accelerassero i lavori per rendere funzionale l’immobile il prima possibile. Vennero varate due squadre de “I ragazzi di Suor Paola”, una a Roma ed una a Brescia alle prese in incontri, spesso di tornei quadrangolari, contro rappresentative del mondo sportivo, dello spettacolo e degli enti locali a cui partecipava anche il sottoscritto nelle vesti di speaker e di imitatore a bordo campo. Grazie alle partite del cuore, ad altre analoghe iniziative ed al gran cuore dei benefattori i lavori di ristrutturazione vennero ultimati nel giro di due anni dando vita alla casa-famiglia che tuttora ospita ragazze madri, bambini e adolescenti senza distinzione di etnia o di religione, con il fine di raggiungere una loro rieducazione ed il reinserimento nella società.
La forza di Suor Paola era il coinvolgimento di tante comunità compresa quella romanista con cui lei si produceva in sfottò a carattere goliardico di cui era vittima soprattutto Damiano Tommasi, ex calciatore giallorosso ed oggi sindaco di Verona, collaboratore volontario della So.Spe, Per non parlare delle cene di solidarietà in cui i calciatori della Lazio erano soliti servire ai tavoli come camerieri per una sera. Tanti amici e tanti benefattori anche nel mondo dello spettacolo, primo tra tutti Paolo Bonolis presentatore di spettacoli di beneficenza a sostegno di persone vittime di violenze.

Fonte: RaiPlay
Suor Paola, insignita anche del titolo di Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, lascia un vuoto incolmabile nei cuori di chi ne ha apprezzato le alte qualità umane messe al servizio dei più deboli con iniziative concrete.
Che il suo esempio possa essere di insegnamento per tutti noi. Grazie Suor Paola.
Gian Luca Cocola