“Rombo di Tuono”, come era soprannominato, con le sue gesta sportive ha dato lustro non solo a Cagliari ed alla Sardegna ma ad un’intera Nazione
Gigi Riva ha sempre rappresentato la faccia pulita dello sport, di cui è stato in tutto il mondo ambasciatore dei valori trasmessi a tanti giovani di diverse generazioni. Un Uomo che ha sposato un’isola, la Sardegna, rinunciando a cospicui guadagni per dare priorità ai sentimenti. Tutti noi volevamo essere come lui, un campione in campo e nella vita, amato e ammirato da tutti indipendentemente dalle fedi calcistiche, uno dei pochi a saper rompere ogni barriera campanilistica.
“Rombo di Tuono”, come era soprannominato, con le sue gesta sportive ha dato lustro non solo a Cagliari ed alla Sardegna ma ad un’intera Nazione, risultando il più forte attaccante italiano del dopoguerra.
Dotato di un sinistro fulminante era una punta che faceva leva sulla mobilità e agilità, abile a saltare nello scatto i difensori avversari costretti, nella marcatura “a uomo” dell’epoca, a seguirlo in ogni zona del campo. Potente e preciso nel trovare gli angoli della porta nelle conclusioni, Gigi era forte sui colpi di testa ed eccezionale nei tiri in acrobazia.
Nato a Leggiuno nei pressi del Lago Maggiore il 7 novembre 1944 da una famiglia modesta, il futuro Campione, divenuto presto orfano dei genitori, visse la sua infanzia e adolescenza in tre orfanotrofi, un periodo da lui descritto come di dolore e di sofferenza che gli segnò il carattere taciturno e riservato.
Riva mosse i suoi primi passi calcistici nelle giovanili del Laveno e poi del Legnano dove all’alba dei 18 anni venne promosso in prima squadra militante in serie C dove fece intravvedere qualità tecniche ed agonistiche tali da portarlo in nazionale juniores.
A Gigi, simpatizzante dell’Inter, si interessò Angelo Moratti ma Helenio Herrera ne bocciò l’acquisto. Il Cagliari riuscì a soffiarlo al Bologna sborsando la considerevole cifra di 37 milioni di lire. Riva in lacrime non voleva saperne di trasferirsi ìn Sardegna non potendo lontanamente immaginare che sarebbe diventato la bandiera del Cagliari e di un’intera isola.
Riuscì ad imporsi sin dalla stagione di esordio, la 1963-64 che valse la promozione in serie A, la prima nella storia del club. Riva divenne il perno di quella squadra e la società isolana fu capace con una programmazione intelligente e mirata a migliorare di anno in anno il parco giocatori e la forza del collettivo. Una compagine tanto forte quanto romantica guidata da Manlio Scopigno, detto il Filosofo, un allenatore geniale, anticonvenzionale e fuori dagli schemi. Il Cagliari, amato non solo dai tifosi locali, vinse con pieno merito lo scudetto 1969-70 grazie ad un complesso di alto profilo dove spiccava su tutti Gigi Riva, laureatosi (per la terza volta) capocannoniere con 21 gol su 28 partite, alcuni dei quali bellissimi come quello diventato leggendario realizzato in acrobazia a Vicenza contro il Lanerossi.
Fonte: LinkOristano.it
La Juventus offrì per il cartellino di Gigi la cifra record di un miliardo di lire, ma egli era innamorato della Sardegna e seguì i sentimenti piuttosto che i soldi. Il Cagliari si apprestava a ripetere le gesta trionfali, in campionato ed in Coppa dei Campioni nella stagione seguente, la 1969-70, ma purtroppo Riva in una partita della Nazionale contro l’Austria subì la frattura del perone della gamba destra che comportò il forzato stop per mesi dai campi di gioco e la fine dei sogni dei sardi.
La formazione isolana raggiunse il quarto posto nella stagione successiva per poi avviarsi verso un rapido declino culminato con la retrocessione in serie B nella stagione 1975-76, nel corso della quale Riva, falcidiato dagli infortuni, si ritirò dal calcio professionistico. In totale Gigi in maglia rossoblù ha disputato 315 gare segnando 164 reti.
Parallelamente al Cagliari, il Calciatore diventò una stella della Nazionale Italiana di cui tuttora detiene il record di 35 gol segnati in 42 partite. Il più bello quello realizzato in tuffo di testa con un volo radente il terreno nella partita contro la Germania Est giocata a Napoli nel 1969.
Gigi contribuì pesantemente alla vittoria dell’Italia agli Europei del 1968 segnando nella finale contro la Jugoslavia a Roma. Grande protagonista nei Mondiali del 1970, quando gli Azzurri arrivarono in finale anche grazie ai suoi due gol nei quarti contro il Messico ed alla sua rete in semifinale contro la Germania Ovest, il match diventato leggenda per i tempi supplementari.
Fonte: Tuttosport
Dopo quel Mondiale Riva divenne popolare e corteggiato dalle donne, lui con quel volto cinematografico alla “Tex Willer” che suscitò l’interesse di Franco Zeffirelli per un suo film. Terminata la carriera, Riva ottenne vari incarichi, tra cui quello di Team manager della Nazionale italiana che vinse i Mondiali del 2006. Quando Gigi sentì che sul pullman scoperto diretto per i festeggiamenti al Circo Massimo sarebbero salite personalità estranee alla squadra, preferì scendere e andarsene. L’ennesimo gesto di un Grande Uomo diventato Leggenda.
Gian Luca Cocola