“Non vince chi è più forte, ma chi vince è il più forte”, parola di Franz Beckenbauer
Resta sempre difficile stilare classifiche tra epoche diverse, ma è innegabile che Franz Beckenbauer sia stato il più forte difensore di tutti i tempi e, con Johann Cruijff, il più grande calciatore degli anni ’70. Franz, di cui piangiamo la recente scomparsa, era un atleta perfetto sotto ogni profilo, umano e sportivo.
Mostrava, non solo in campo, eleganza, classe, correttezza e signorilità. Possedeva anche modi regali che conferivano valore al suo soprannome Kaiser Franz.
A livello calcistico era un fuoriclasse, dotato di grande intelligenza, carisma e personalità, leader unanimemente riconosciuto da tutti. Per la gioia degli allenatori era un calciatore eclettico, sapeva esprimersi in ogni zona del campo.
Impiegato nei primi anni di attività come centromediano davanti la difesa, con il passare del tempo Beckenbauer alternò i ruoli di centrocampista e difensore, fino a quando negli Europei del 1972, in accordo con il suo maestro il C.T. Helmut Shön, scelse definitivamente di giocare come libero difensivo. Franz interpretò quel ruolo rivoluzionandone le caratteristiche, allontanandosi dallo stereotipo del classico battitore intento a mordere le caviglie degli attaccanti avversari per darne una chiave proattiva di playmaker arretrato capace di dialogare con i centrocampisti ed abile ad impostare il gioco.
Di Beckenbauer abbiamo ammirato l’incedere maestoso a testa alta, la straordinaria visione di gioco, il saper sostenere la squadra nei momenti di difficoltà, l’eccezionale capacità di migliorare il rendimento di chi gli giocava accanto.
Fonte: Ultimo Uomo
Franz, nell’interpretazione moderna del ruolo di libero, ha avuto tanti proseliti che emulandone le gesta sono anch’essi diventati campioni, come Gaetano Scirea e Franco Baresi.
Beckenbauer nacque da una famiglia povera l’11 settembre 1945 a Monaco di Baviera, città danneggiata dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale.
Il piccolo Franz si avvicinò al calcio grazie all’incoraggiamento avuto dallo zio Alfons, in quanto il padre si opponeva alla pratica agonistica perché avrebbe distratto il figlio dagli studi. A sorpresa. Beckenbauer a 13 anni scelse di entrare nelle giovanili del Bayern e non del Monaco 1860 all’epoca la squadra più prestigiosa della città.
Insieme al fenomenale Gerd Müller divenne l’emblema della squadra bavarese, anche per suoi meriti entrata stabilmente nell’Olimpo delle grandi squadre europee, contribuendo alla conquista di tre Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, quattro Campionati e quattro Coppe Nazionali.
Con la maglia della Nazionale, indossata per la prima volta a 21 anni, fu uno dei grandi protagonisti del Mondiale del 1966, distinguendosi nella partita di semifinale contro l’URSS grazie ad una prova maiuscola condita da un gol risultato decisivo. Franz dimostrò la sua grandezza nella partita del secolo, Italia-Germania 4–3, semifinale del Campionato Mondiali del 1970, in cui il forte calciatore tedesco espresse tutto il suo carattere giocando stoicamente, per ben 55 minuti comprensivi degli indimenticabili tempi supplementari, con il braccio destro attaccato al petto perché si era lussato una spalla ed erano esaurite le sostituzioni. Beckenbauer condusse come capitano la Germania Ovest nei trionfi del Campionato Europeo del 1972 e del Mondiale del 1974, disputato in casa e terminato con la storica finale vinta contro la fortissima Olanda, pioniera del “calcio totale”, guidata in campo da Johann Cruijff altro innovatore genio calcistico.
Condusse la Germania Ovest alla vittoria del Campionato Europeo del 1976, persa ai rigori contro la Cecoslovacchia per poi dire addio alla maglia della Nazionale. A Franz venne conferito per ben due volte il Pallone d’oro (nel 1972 e 1976), trofeo solitamente non assegnato ai difensori.
Nel 1977 il Kaiser partì per New York dove conquistò tre titoli nordamericani giocando nei Cosmos accanto ai suoi amici Pelè e Chinaglia oltre ad altri campioni del passato. Nel 1980 tornò in Germania ingaggiato dall’Amburgo con cui vinse un altro campionato.
Terminata la carriera agonistica, Franz diventò C.T. della Nazionale tedesca portando la squadra ad un passo dal successo nei Mondiali del 1986 in Messico e alla vittoria in quelli del 1990, in entrambe le occasioni in finale contro l’Argentina di Maradona. Franz Beckenbauer, Mario Zagallo (anche lui scomparso recentemente) e Didier Deschamps sono gli unici ad aver vinto i Mondiali sia da giocatori che da commissari tecnici.
In seguito, il Kaiser tornò al Bayern Monaco prima in qualità di allenatore, conquistando un campionato ed una Coppa Uefa, e poi come presidente.
Fonte: Fanpage
In conclusione, per onorare la memoria di Franz Beckenbauer, citiamo una sua frase che lui diceva prima di scendere in campo e che ben lo identifica “Non vince chi è più forte, ma chi vince è il più forte”.
Gian Luca Cocola