Dare il giusto valore ai soldi significa comprendere l’impegno necessario per arrivare a mettere insieme quelle cifre; sminuirle, di contro, genera una concezione malata del denaro
Il “quiz” televisivo è sempre stato considerato uno dei pilastri portanti della TV, pubblica e privata. Quest’ultima, pensiamo alle reti Mediaset, ad esempio, ha fatto di tali intrattenimenti il proprio punto di forza ma anche la RAI non ci è andata leggera. Sin dai tempi del bianco e nero, la Televisione ha visto nel proprio palinsesto la presenza di giochi con premi in denaro (nello specifico gettoni d’oro) particolarmente allettanti.
E quanti Nomi sono entrati nelle case di milioni di telespettatori diventando una sorta di “vicini di casa”: si va dal Re dei telequiz Mike Bongiorno a Corrado, da Pippo Baudo a Fabrizio Frizzi passando per Raffaella Carrà, Gerry Scotti, Paolo Bonolis fino ad Amadeus che, dopo il saluto alla TV di Stato, ha “occupato” pagine e pagine di quotidiani superando le varie guerre che, ahimè, sono in atto nel cuore dell’Europa e in Medio Oriente.
Fonte: Glianni80.com
Una tipologia di spettacolo che ha sempre fatto presa nella mente degli abitanti non solo del Bel Paese: infatti, anche (e soprattutto) oltreoceano sono stati concepiti format che poi le Televisioni nostrane hanno adattato al proprio pubblico. C’è però un aspetto molto importante che forse vale la pena sottolineare ed è la parte economica, cuore di questo genere di trasmissioni.
Un Quiz televisivo ha come obiettivo finale la vincita di cifre importanti. A seconda del tipo di format si parte da somme “modeste” sino ad arrivare a numeri elevati. Prendiamo, ad esempio, un programma che oggi va molto di moda, “Affari tuoi”. Il gioco dei pacchi ha un ventaglio di somme che vanno da 0 a 500.000 euro. I concorrenti, disposti a spendere giornate intere dentro uno studio televisivo a registrare puntate su puntate sperando che il proprio turno di gioco arrivi presto, quando si trovano a ricoprire la parte dei protagonisti entrano in quel girone dantesco che fa saltare ogni tipo di parametro, portando a vedere come cifre degne di attenzione solo quelle che partono dagli 80/100.000 euro in su.
E questo tipo di comportamento viene messo in evidenza ogni qual volta il/la concorrente si trova davanti ad alla seguente situazione: un pacco contenente, ad esempio, 500 euro ed un altro che ne contiene 100.000. Ovvio che in un puro discorso matematico la sproporzione fra le due cifre è evidente ed ha un peso specifico importante. E se, il cosiddetto “dottore”, ossia il funzionario RAI che chiaramente deve fare gli interessi dell’Azienda, fa un’offerta di 40.000 euro (sempre per fare un’ipotesi), è molto probabile che la persona in gara arrivi a rifiutare tale cifra perché spinta dal concetto malato che quanto offerto sia “nulla” rispetto a ciò che si potrebbe vincere.
Fonte: Fanpage
Ecco, dunque, che il messaggio che passa attraverso questi programmi di intrattenimento è quanto di più sbagliato e pericoloso ci sia. Un vero e proprio gioco d’azzardo legalizzato che porta a concepire come il “niente” delle cifre economiche che, se venissero date in un contesto di normalità, porterebbero le persone a camminare a svariati metri d’altezza. Invece, quelle stesse persone, una volta entrate nel tunnel del Quiz perdono il senso della ragione e la capacità di dare al denaro il giusto valore.
Nulla in contrario a giochi con vincite economiche: del resto, come espresso ad inizio articolo, questi format sono sempre esistiti anche prima dell’avvento della Televisione (pensiamo al programma radiofonico del 1936 “Professor Quiz” targato U.S.A. passando a quelli nostrani come “Fortunatissimo” e poi il famoso “Rischiatutto”) ma forse una Televisione “sana” dovrebbe anche tener conto di certi insegnamenti che vengono dati a chi guarda tali programmi.
Fonte: La Voce della Sera
Dare il giusto valore ai soldi significa comprendere la fatica e l’impegno necessari per arrivare a mettere insieme quelle cifre; sminuirle, di contro, genera una concezione malata del denaro che poi si ripercuote nella vita di tutti i giorni. Qualche centinaio o anche alcune decine di euro rappresentano una somma tutt’altro che inconsistente. Far passare il messaggio secondo cui una vincita è “dignitosa” solo se si parla di centinaia di migliaia di euro è un modo stupido e irrispettoso di porsi nei confronti dei soldi e di chi, ogni giorno, col proprio lavoro, si impegna a raggiungere degli importi che la Televisione etichetta come “miseri”.
Stefano Boeris