Il concetto di abbandono della Città, torna nella nostra mente. Ciò che non ci coinvolge direttamente viene considerato inutile
Non è solo un modo di dire ma anche una triste realtà: “la toppa (o pezza) è peggiore del male”. È il caso, ad esempio, di certi lavori di manutenzione che, dopo anni di menefreghismo, vengono pianificati, attuati e salutati con gioia ma poi, a cantiere dismesso, ci si rende conto di quanto il proverbio sia stato preso pienamente in parola.
Parliamo di due marciapiedi in due vie del quartiere Aurelio: via Girolamo Vitelli e via Giovan Battista Gandino. Le due strade in questione, con i relativi passaggi pedonali, sono state, per anni, abbandonate a sé stesse. Ed ancora oggi, tra il bordo della strada ed il marciapiede, sorgono erbacce che hanno forma più di piccoli alberi che di foglie rasoterra.
Ebbene, i camminamenti delle vie in questione hanno avuto per decenni, l’aspetto di tracciati bombardati a causa di un conflitto: buche, asfalto sconnesso e sporcizia (quest’ultima dovuta anche alla maleducazione dei padroni dei cani). Qualche giorno fa, una squadra di operai del Comune, è apparsa come una visione, per sistemare una realtà degna del quarto mondo.
L’intervento, com’era prevedibile, non è stato fatto in un giorno solo ma ha richiesto 2/3 giorni di lavoro, peraltro non continuativi. Ma si sa, a Roma (e più in generale in Italia) ce la prendiamo molto comodamente!
Veniamo al risultato: lungo questi marciapiedi sono presenti dei tombini che riportano, a chiare lettere, la scritta GAS. Gli asfaltisti, con uno “zelo” degno di lode (mi si permetta il tono ironico), hanno pensato bene di asfaltare tutta la superfice, incuranti di questi punti di intervento che oggi, appaiono a malapena visibili agli occhi dei passanti.
Poiché la possibilità che quelle chiusure siano in disuso è pressoché pari a zero, la domanda che sorge spontanea è la seguente: è legale (e normale) che degli operai, intervenendo nella manutenzione di un marciapiede, ricoprano i tombini presenti sullo stesso, oltre a chiudere parzialmente delle grate per lo scolo dell’acqua?
E qualora ci fosse bisogno di aprire urgentemente uno di questi punti, quanto tempo bisognerebbe spendere per “staccare” la ghisa dall’asfalto?
Eppure, nessuno controlla! Nessuno dei vertici del Municipio si è degnato di fare un’ispezione per vedere come era stato fatto il lavoro.
Ecco, allora, che il concetto di abbandono della Città, torna nuovamente a far capolino nella nostra mente. Purtroppo, a differenza di tante altre realtà estere, noi siamo molti gradini indietro, in termini di professionalità, rispetto e sicurezza. Ciò che non ci coinvolge direttamente viene considerato inutile o di poco conto.
E per ultimo, alcuni punti del marciapiede sconnesso sono stati “riparati” con le classiche “colatine” di catrame, destinate a saltare alla prima pioggia che verrà.
La toppa è peggiore del male!
Stefano Boeris