Il Sindaco e tutta la Giunta hanno il dovere di mantenere ai massimi livelli il decoro e la dignità di questo museo a cielo aperto chiamato Roma
A piazza Fiume è stato, recentemente, sgomberato uno degli innumerevoli bivacchi che ormai sono diventati parte “artistica” della Capitale. L’allestimento era stato creato in un sito archeologico, quello del monumento sepolcrale dedicato a Quinto Sulpicio Massimo, fanciullo poeta del 94 d.C.Inizio moduloFine modulo
L’operazione, condotta dai Carabinieri di via Veneto, con la collaborazione del personale della sovrintendenza capitolina, ha portato all’identificazione di 6 persone, di cui 5 con regolare permesso ed uno irregolare.
Le sei “risorse”, dopo aver scavalcato la recinzione che delimita l’area, avevano allestito i loro giacigli di fortuna. L’area è stata ripulita e grazie all’intervento del personale dell’Ama, il sito è stato bonificato e messo nuovamente in sicurezza.
Quest’operazione fa parte di un progetto volto a contrastare situazioni di degrado, abusivismo e illegalità, in linea con l’azione fortemente voluta dal prefetto di Roma Matteo Piantedosi.
Il luogo trasformato in un bivacco dai sei cittadini somali, si trova a poca distanza dalla breccia di Porta Pia, ed ha una Storia molto affascinante e che affonda le radici in un passato glorioso dell’Urbe. È proprio alla Porta Salaria che, sul finire del XIX secolo, venne rinvenuto il monumento; parliamo di un’edicola in travertino che è stata portata, in seguito, nei Musei Capitolini e che raffigura un bambino. Due iscrizioni in latino ed in greco ricordano che la tomba fu costruita da Quinto Euganeo e da Licinia Ianuaria per il figlio Quinto Sulpicio Massimo, morto a soli undici anni. Il bambino prodigio nel 94 d.C. aveva partecipato brillantemente al terzo agone capitolino, concorso estemporaneo di poesia greca, gareggiando con cinquantadue poeti e incantando la platea con la sua bravura e le sue composizioni. Venuto a mancare i suoi genitori deciso di dedicargli il monumento nell’area citata.
È assurdo pensare che oggi, nel 2022, gli spazi verdi, archeologici e quelli un po’ nascosti a prima vista, vengano presi di mira da sbandati, ubriachi e drogati per ritrovi o per l’edificazione di tendopoli come, ad esempio, lungo la sponda del Tevere dove sia sotto i ponti, sia lungo la banchina si trovano condominii che gettano vergogna alla nostra Città.
Il Sindaco e tutta la Giunta hanno il dovere di mantenere ai massimi livelli il decoro e la dignità di questo museo a cielo aperto chiamato Roma. L’Urbe non ha bisogno di incompetenti al proprio timone ma di persone che sentano un profondo senso di appartenenza con la Storia della Capitale e che abbiano capacità politiche degne di lode. Di inetti ne abbiamo avuti a sufficienza. Ora basta!
Stefano Boeris