Il Guardasigilli fra intercettazioni, Spazzacorrotti e riforma della Giustizia
Dicevano avrebbe rappresentato l’anima garantista di questo governo, e forse lo sta facendo. Dopo la manovra su Rave Party e regime ostativo, che muoveva su una scia, a detta di molti, un po’ azzardata, Carlo Nordio sembra rinsavire. O meglio, sembra rinsavire in lui quell’animo combattivo che in passato si è scagliato contro gli eccessi del giustizialismo.
L’ultima sorpresa ce la offre con le intercettazioni: in netta controtendenza con la categoria degli inquirenti, Nordio, in commissione al Senato, ha aspramente criticato l’utilizzo delle intercettazioni (il tutto gli è costato la banale e scontata ira del sindacato dei magistrati).
Difatti, il neoministro ha profilato quella che sarà la sua linea: massima asprezza contro l’utilizzo illegittimo delle intercettazioni, individuando un responsabile in tutti quei casi in cui si ravvisa una loro diffusione impropria, a discapito della necessaria riservatezza delle stesse. Parlando poi di quelle preventive, su cui sin da sempre sono stati espressi dubbi di costituzionalità, le pone come “strumento di ricerca della prova, non mezzo di prova”.
Tutto ciò, proprio nei giorni in cui, per mezzo di un emendamento del capogruppo di Forza Italia Zanettin, è stata modificata la legge “Spazzacorrotti” voluta dall’ex Guardasigilli Bonafede. La modifica, in particolare, sottrae dai reati “ostativi” quelli contro la pubblica amministrazione. Insomma, pare che questo governo, sotto il profilo giustizia, al di là dell’apprezzabilità o meno delle misure, stia smuovendo le acque.
E, soprattutto, pare che Carlo Nordio stia rappresentando, in linea con la sua presentazione, la figura innovatrice e garantista del gruppo. Bisognerà vedere se e come si agirà, in che modo lo si farà, e, in particolare, se al grido di battaglia lanciato dal neoministro seguiranno delle riforme.
Sarà pur vero che “gutta cavat lapidem” e che, quindi, già la sola semplice enunciazione di una visione diversa potrebbe smuovere il sistema, ma non è solo con gli slogan che si cambiano i fatti.
E i nemici sono tanti.
Alberto Fioretti