C’è soltanto da aspettare l’insediamento negli Stati Uniti del governo Trump e delle sue prime mosse nel complicato scacchiere dei due conflitti, in Europa e in Medio Oriente
Sono passati mille giorni, dall’ inizio del conflitto Russo-Ucraino, e la situazione almeno in apparenza, non sembra volgere verso una fine della guerra, che sta letteralmente devastando la Nazione ucraina.
Senza neanche contare le centinaia di migliaia di vittime tra i civili e le truppe, sia ucraine che russe, ci vorranno decenni prima che l’Ucraina possa risollevarsi da questa guerra fatta di morte e devastazione.
E se, all’inizio del conflitto, era apparso legittimo al mondo intero difendere le ragioni di una nazione invasa arbitrariamente da una grande potenza politico-militare come la Russia, oggi appare ugualmente incredibile che in questi mille giorni non si sia riusciti ad intervenire e ad intavolare delle serie trattative per arrivare ad una onorevole accordo, di pace.
Fonte: ANSA
La recente decisione degli Stati Uniti di autorizzare l’esercito ucraino all’uso dei razzi a lunga gittata sembra aver gettato, nuova benzina sul fuoco proprio nel momento, dopo la schiacciante vittoria di Trump alle elezioni americane, che sembrava un preludio ad un percorso verso la pace.
Senza andare ad approfondire i motivi e le ragioni che hanno portato a questo conflitto, sia da parte del fronte ucraino sia di quello russo, penso sia arrivato il momento, da parte di tutti, di creare i presupposti possibili per fermare questa guerra.
Il mondo occidentale, fino ad ora, è stato molto timido ed incerto. In una prima fase, ha fornito al Presidente ucraino Zelensky sostegno economico ed armamenti che potessero contrastare l’avanzata dell’esercito russo, forse sottovalutando la potenza economica, politica e militare dello Zar Vladimir.
Ora è sotto gli occhi di tutti che in questi mille giorni di guerra, l’esercito russo non ha conosciuto cedimenti o battute a vuoto e ha mantenuto le sue posizioni ben salde. Ma soprattutto, che questa guerra senza un accordo e un negoziato di pace, potrebbe protrarsi ancora a lungo con tutte le conseguenze economiche e politiche che si ripercuotono su tutta Europa.
Fonte: la Repubblica
E con un rischio ancora più grande, di un estensione del conflitto a livello mondiale.
Adesso c’è soltanto da aspettare l’insediamento negli Stati Uniti del governo Trump e delle sue prime mosse nel complicato scacchiere dei due conflitti, in Europa e in Medio Oriente, dove ritengo, sia in questo momento più difficile trovare una mediazione tra le parti.
Intavolare oggi un tavolo di trattativa tra Israele e Hamas e tutto il mondo arabo che lo sostiene, appare molto complicato e la durissima reazione militare e politica, messa in atto dal Premier israeliano Netanyahu, rende un possibile accordo, ancora più arduo.
Sicuramente più fattibile pensare a un tavolo di trattativa tra Russia e Ucraina che non appare oggi una ‘mission impossible’ e certamente, presentando una ragionevole bozza di accordo, il 2025 potrebbe essere ricordato la stagione della pace. E per il Presidente Trump sarebbe un inizio di mandato che passerebbe alla storia.
Fonte: Adnkronos
Non resta che affidarsi alla ragionevolezza e alla ferrea volontà di tutte le parti interessate in campo, per non continuare a convivere, anche in futuro, con lo spettro di una terza guerra mondiale.
Filippo Gesualdi