Nei giorni 19-23 gennaio del 1984 a Città del Messico Francesco Moser trasformò in realtà un sogno destinato a lasciare il segno nel mondo del ciclismo

Arrivato alla soglia dei 33 anni, ormai al crepuscolo della sua straordinaria carriera infarcita di successi, Francesco Moser si pose l’obiettivo di conquistare il record dell’ora nel tentativo di strapparlo ad Eddie Mercks che lo aveva ottenuto al velodromo di Città del Messico nel lontano 1972 con la copertura di una distanza complessiva di km. 49,432.

Ai fini del conseguimento del nuovo primato, il forte ciclista trentino si avvalse della collaborazione di un’equipe scientifica guidata dai Prof. Francesco Conconi per la parte medica e dell’alimentazione, e Aldo Sassi per quella relativa alla preparazione atletica mirata alla forma fisica, nonché dell’assistenza del Prof. Antonio Del Monte, esperto dell’uso della tecnologia applicata alla bicicletta.

Moser programmò l’assalto al record per il 23 gennaio 1984 a Città del Messico e cominciò la preparazione a partire dall’ottobre precedente. Il ciclista si trasferì in Messico, con famiglia ed equipe al seguito, a circa un mese dall’evento al fine di abituarsi ad un’aria povera di ossigeno, ideale per gli aspetti aerodinamici ma deleteria per lo sforzo polmonare.

In America Francesco venne sottoposto ad allenamenti particolari con metodologie e tecniche innovative che presupponevano l’uso del computer e per la prima volta del cardiofrequenzimetro. Innovazione scientifica accompagnata da quella tecnologica applicata sulla bici “avveniristica” studiata dal Prof. Del Monte.

La novità più evidente era rappresentata dalle ruote lenticolari (28” la posteriore, 26” l’anteriore) in cui non erano presenti raggi a collegare il mozzo al cerchio ma un unico disco solido a forma di lente che, unite ad un telaio con tubi curvati di acciaio e ad un manubrio “Bullhorn” a corna di bue in alluminio, consentiva enormi vantaggi a livello aerodinamico.

Riguardo l’aspetto tattico Moser e la sua equipe esaminarono il record dell’ora conseguito dodici anni prima da Mercks e constatarono che era stato preparato con molta approssimazione. Il ciclista belga aveva pagato dazio al cronometro in quanto incostante nella sua andatura e per questo motivo a Francesco venne consigliato di mantenere un ritmo costante senza strappi né improvvise accelerazioni.

E si arrivò alla data di giovedì 19 gennaio 1984. Nelle intenzioni della vigilia Moser doveva correre per ottenere la migliore prestazione sui 20 km e per testare la nuova bici in funzione del record dell’ora in programma quattro giorni dopo. Ma l’assenza di vento, ideale per l’assetto aerodinamico, ed i tempi eccezionali che si stavano maturando in quella prova, indussero il ciclista trentino a continuare per dare subito l’assalto al record dell’ora. E così avvenne.

Fonte: Corriere della Sera

Moser frantumò la barriera dei 50 km, portando il primato a km. 50,808. Ottenuto il risultato, Francesco decise comunque di provare a migliorare ulteriormente la prestazione lunedì 23 gennaio, per rispetto dei tanti tifosi che sarebbero giunti dall’Italia (200 provenienti dal Trentino) e per consentire la diretta televisiva concordata alla vigilia.

E così, in presenza anche di Enzo Bearzot C.T della nostra Nazionale di calcio campione del mondo in carica, Moser si rimise in sella. Adriano De Zan condusse l’evento televisivo con la consueta sua verve dialettica dando vita a tanto entusiasmo a chi viveva l’evento da casa. Francesco riuscì per la seconda volta a compiere l’impresa portando il primato a km. 51,151.

Fonte: Record dell’ora – WordPress.com

Stagione storica per il ciclista trentino che nel 1984 trionfò nella Milano-Sanremo e per la prima ed unica volta nel Giro d’Italia, vinto all’ultima tappa a cronometro con una bici con ruote lenticolari. Il primato conseguito in Messico durò fino al 17 luglio 1993 quando il britannico Graeme Obree, ciclista dilettante britannico, coprì la distanza complessiva di km. 51,596 ad Hamar in Norvegia.

Nel gennaio 1994 a Città del Messico Moser, dopo sei anni dall’abbandono dell’attività agonistica, provò a riappropriarsi del record dell’ora nel frattempo passato ad altri ciclisti. A causa anche del vento non riuscì nella nuova impresa ma stabilì ad oltre 42 anni di età la seconda prestazione di sempre percorrendo km. 51,840 Nel 2000 l’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) decise di annullare i record ottenuti grazie a biciclette speciali, compresi quelli conseguiti da Moser, categorizzandoli come “Miglior prestazione umana sull’ora”, considerando come ultimo valido quello di Eddy Mercks del 1972.

Attualmente il “Record dell’ora ufficiale” e la “Migliore prestazione umana sull’ora” sono stati unificati dal ciclista italiano Filippo Ganna che l’8 ottobre 2022 a Grenchen, in Svizzera, ha battuto entrambi i primati coprendo una distanza complessiva di km. 56,792.

Gian Luca Cocola

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