Tomba conquista le medaglie d’oro negli slalom gigante e speciale
Alberto Tomba si presentò alle Olimpiadi invernali di Calgary (in Canada nella provincia di Alberta) del 1988 come personaggio del momento, alla ribalta internazionale dell’ambiente sciistico, colui che a più di dieci anni di distanza aveva rinnovato i fasti della mitica “Valanga Azzurra, lo squadrone italiano con le due punte di diamante Gustavo Thoeni e Pierino Gros.
Alle soglie dei 22 anni Tomba esplose nella stagione 1987-88 nella quale vinse sei gare in slalom speciale e tre nel gigante. Alberto divenne un fenomeno mediatico in quanto alle indubbie qualità atletiche abbinava un carattere estroverso, disincantato e un po’ guascone che tanto piaceva alla gente.
Per l’Alberto nazionale l’avventura alle Olimpiadi cominciò il 25 febbraio 1988 quando lo sciatore emiliano si presentò dai gran favorito alla partenza dello slalom gigante. Nella prima manche il pettorale numero 1 gli consentì di scendere su una pista perfettamente immacolata, solcata prima solo dagli apripista. Durante la prova il Campione sembrava un ballerino sugli sci, perfetto nel trovare un ritmo costante e veloce dall’inizio alla fine. Il cronometro confermò la bontà della sua gara, lo sciatore bolognese si classificò al primo posto seguito dall’austriaco Strolz staccato di un secondo e quattordici centesimi, un’enormità!
Nella seconda manche Alberto si limitò a gestire l’ampio vantaggio concedendosi un paio di sbavature, ma conservando ampiamente la prima posizione in assoluto che gli valse la conquista della medaglia d’oro olimpica, davanti a Hubert Strolz staccato di un secondo e quattro centesimi, terzo il fortissimo Pirmin Zurbriggen con un distacco di ben due secondi e due centesimi.
Il 27 febbraio, a soli due giorni dal trionfo in gigante disputò la prova dello slalom speciale. Nella prima manche partì con un pettorale piuttosto alto, il numero 11, che gli fece trovare una pista segnata dai concorrenti precedenti. Tomba era imballato, non riuscì a trovare la giusta andatura, la sua performance non risultava fluida forse per colpa della eccessiva pressione e della stanchezza per gli sforzi sostenuti nel gigante, al cospetto di altri sciatori “freschi” che non avevano preso parte a quella gara.
Alberto chiuse la prova al terzo posto, dietro al tedesco occidentale Frank Wörndl, campione in carica, e allo svedese Jonas Nilsson con distacchi rispettivamente di 63 e 11 centesimi, seguito da altri sciatori, tra cui il mitico Ingemar Stenmark, a pochi centesimi di distanza.
La seconda manche era trasmessa in diretta televisiva da Raitre e Telemontecarlo con telecronisti rispettivamente Alfredo Pigna e Bruno Gattai. Su Raiuno era in onda la serata finale del Festival di Sanremo, in un’edizione fantastica che vedeva sul palco artisti che hanno fatto la storia della musica leggera italiana come Massimo Ranieri con la nota canzone “Perdere l’amore”, Mino Reitano con la popolare “Italia”, Franco Califano, Anna Oxa, Toto Cutugno, Peppino di Capri, i Matia Bazar, i Ricchi e Poveri. Nelle insolite vesti di cantante partecipava alla competizione anche Francesco Nuti con “Sarà per te”.
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Eccezionalmente il Festival si fermò per consentire la visione della seconda manche anche su Raiuno. Miguel Bosè e Gabriella Carlucci, presentatori della serata passarono la linea al cronista Marco Franzelli per seguire le discese dei primi cinque classificati della prima prova ad ordine invertito. Tomba partì all’attacco del primo posto ma seppur più convincente della prestazione precedente non diede la sensazione di essere velocissimo tra i paletti stretti.
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Chiuse provvisoriamente al primo posto in attesa della discesa dei due rivali che lo precedevano in classifica. Nilsson arrivò al traguardo nettamente alle sue spalle, l’attesa era per la gara di Wörndl considerato il cospicuo vantaggio dello sciatore tedesco di 63 centesimi.
Wörndl partì nel migliore dei modi, agilissimo e reattivo tra i paletti. Il tempo intermedio segnalò che aveva perso qualche centesimo rispetto a Tomba ma restava sempre in considerevole vantaggio. Nella fase centrale e finale il tedesco accusò qualche incertezza ma non grave. Si corse sul filo dei centesimi, l’ansia salì nelle ultime porte. Al taglio del traguardo il cronometro segnalò il ritardo di soli sei centesimi da Alberto che pertanto conquistò la medaglia d’oro. La telecamera si spostò sul volto di Alberto, raggiante e piacevolmente incredulo, issato in trionfo dal suo clan.
È un’immagine indelebile per lo sport italiano che resta scolpita nei cuori di tutti gli sportivi. Massimo Ranieri vinse il Festival di Sanremo ma in quel momento se ne accorsero in pochi, tutta l’attenzione nazionale era concentrata su Alberto che in quella serata leggendaria divenne “Tomba la Bomba”.
Fonte: TPI
Gian Luca Cocola