Il 12 settembre del 2015 è divenuta una data storica per il Tennis femminile italiano

Il 12 settembre 2015 è una data entrata nella storia del nostro tennis per un evento unico e difficilmente ripetibile: la finale tutta italiana agli U.S. Open di New York disputata tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci. Tenniste entrambe pugliesi (la prima brindisina, la seconda tarantina), fin da bambine amiche rivali nei match di singolare, vincitrici in doppio di tanti tornei giovanili tra cui nel 1997 il prestigioso Torneo Avvenire di Milano.

Negli U.S. Open di NY del 2015 le due tenniste approdarono a sorpresa in finale dopo una serie di incontri sulla carta proibitivi. Flavia, presentatasi come testa di serie n. 26 del torneo, dopo aver surclassato la forte australiana Stosur riuscì nell’impresa di sconfiggere ai quarti di finale la numero quattro del mondo Petra Kvitova ed in semifinale con un perentorio 6-1 6-3 la testa di serie numero 2 Simona Halep. Ancora più incredibile il percorso verso la finale di Roberta all’epoca numero 43 nella classifica WTA. Dopo aver vinto a fatica il secondo ed il terzo turno, la Vinci affrontò in semifinale Serena Williams, campionessa statunitense stabilmente al vertice del ranking mondiale proiettata in quell’anno a completare il Grande Slam. La tennista tarantina diede vita ad un match incredibile e in tre set 2-6 6-4 6-4 conquistò la vittoria considerata tra i dieci successi a sorpresa più clamorosi dello sport.

Il 12 settembre 2015 si disputò la finale non solo tutta italiana (soprannominata dagli statunitensi “The italian job”) ma anche la più anziana nella storia dei tornei di Slam (66 anni e 19 giorni sommando le età delle due antagoniste). Nonostante l’assenza dell’idolo di casa Serena Williams gli spalti di Flushing Meadows furono gremiti in ogni ordine di posto. Presenti molti Vip tra i quali gli attori Michael Douglas e Catherine Zeta Jones, il cantante James Taylor, le ex campionesse Billie Jean King e Virginia Wade. Dall’Italia giunsero il Premier Matteo Renzi, il Presidente del Coni Giovanni Malagò e il Presidente della FIT Angelo Binaghi. Sugli spalti anche Fabio Fognini, all’epoca fidanzato di Flavia.

Fonte: Tennis Circus

Il match non fu affatto spettacolare con tanti errori gratuiti dovuti anche all’emozione delle due tenniste. Incontro partito male per la Pennetta, data per favorita dai pronostici della vigilia, che non riusciva a dare la consueta profondità ai suoi colpi. La Vinci, che aveva il pubblico dalla sua parte, faceva sfoggio della sua ampia varietà di gioco composto di slice, smorzate, pallonetti e del suo straordinario rovescio ‘tagliato’ ad una mano. Dopo un break di Flavia ed un controbreak di Roberta si arrivò al tie break vinto dalla Pennetta per 7-4. Nel secondo set, complice anche la stanchezza accusata dalla Vinci per gli sforzi sostenuti in semifinale contro la Williams, Flavia scattò sul 4-0 chiudendo il match con la vittoria per 7-6 6-2. Intenso l’abbraccio tra le due antagoniste amiche a fine incontro. Per la Pennetta, salita al sesto posto nel ranking mondiale, si trattò della conquista del primo Slam in carriera nel singolare dopo averne vinto un altro in doppio in coppia con l’argentina Gisela Dulko agli Australian Open 2011. Flavia è tuttora la terza tennista più anziana ad essersi aggiudicata un torneo dello Slam a 33 anni e 201 giorni. Per Roberta, che in coppia con Sara Errani in doppio vinse cinque titoli del Grande Slam, si trattò della sua unica finale nel singolare di uno Slam che le valse la diciannovesima posizione nella classifica WTA.

Fonte: Sky TG24

Ma le emozioni non si esaurirono con l’incontro di finale. Nelle interviste a margine della premiazione Flavia a sorpresa annunciò il suo ritiro a fine anno. “Non potevo immaginare di finire in maniera più bella, lascio il tennis. Era il mio sogno chiudere così” disse tra lo stupore e le lacrime del pubblico presente. Un addio dichiarato nel momento del Trionfo della campionessa pugliese Regina di New York a rendere ancora più leggendaria quella finale tutta italiana.

Gian Luca Cocola

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