Le chiusure anticipate, in un momento dell’anno apparentemente tranquillo, rischiano di mettere in crisi la cittadinanza che tra spazzatura, cinghiali ed incendi, dovrà fare i conti anche con questo fastidio
Lo avevano annunciato dai piani alti del Comune ed il momento è arrivato: la Metro A si rinnova! Le chiusure anticipate, in un momento dell’anno apparentemente tranquillo, rischiano di mettere in crisi la cittadinanza che tra spazzatura, cinghiali ed incendi, dovrà fare i conti anche con questo fastidio.
I lavori per il rinnovo dell’infrastruttura sono partiti lunedì 4 luglio e vedranno la sostituzione di svariati chilometri di binario. La Linea A, che rappresenta la principale arteria sotterranea della Capitale, ha un percorso ferrato risalente alla fine degli anni Settanta.
Si tratta di modifiche importanti, come spiegato in una nota dell’ATAC poiché consentiranno un deciso miglioramento della qualità e della sicurezza del servizio. La stessa azienda ha organizzato le attività per ridurre al minimo il disagio, compensando il tutto con servizi sostitutivi.
L’orario di servizio di metro A viene parzialmente limitato e solo per alcuni giorni della settimana. Da Anagnina ad Ottaviano, dunque, i cantieri saranno aperti in orario notturno per interferire il meno possibile con lo svolgimento del servizio. Il programma prevede la sostituzione di circa 70 metri di binario ogni notte, per un totale di circa 25 chilometri di binari sull’intera tratta.
Nei giorni di cantiere, da domenica a giovedì, la linea vede come ultima partenza quella delle 21 dai capolinea; venerdì e sabato, invece, il servizio torna regolare, fino all’1.30 di notte
Il servizio sostitutivo viene attuato con bus per l’intera linea, quindi da Battistini ad Anagnina, dalle 21 alle 23.30 nei giorni in cui vige la limitazione. I mezzi utilizzati sono 76 mezzi per un totale di circa 150 corse con una frequenza media di cinque minuti. La durata complessiva del cantiere è stata contenuta in 18 mesi grazie alla chiusura anticipata alle 21.
Ma questo non è tutto e, come sempre accade in questi casi, l’intoppo è dietro l’angolo. Stando a quanto si apprende è in atto una gara per la fornitura di nuovi 30 treni, per rinnovare la veste sotterranea dell’Urbe. Un contenzioso legale, però, starebbe rallentando la fornitura, specialmente per i convogli destinati alla Linea B.
Il rischio è di non essere pronti in tempo con i treni che il Campidoglio confidava di avere per l’apertura della Porta Santa. A primavera, il TAR del Lazio aveva richiesto la sospensione della fornitura. Il motivo era legato al ricorso presentato da Hitachi Rail Sts spa, la seconda classificata nel bando da 252 milioni di euro che si era aggiudicata la società CAF.
Sempre il TAR aveva assegnato all’università La Sapienza il compito d’individuare una figura in grado di verificare la corretta attribuzione di punteggi. Ma la camera di consiglio dell’8 giugno non è servita a dirimere la controversia.
L’assessore ai trasporti Eugenio Patanè ha fatto sapere che “c’è stato un rinvio chiesto dai valutatori sulle eccezioni tecniche fatte dai ricorrenti” ha fatto sapere. Di conseguenza la decisione che doveva essere presa per giugno è rinviata a settembre”
E come sempre a rimetterci saranno i cittadini. “Le conseguenze dei ritardi verrebbero pagati soprattutto dagli utenti della metro blu perché, la linea B sarà quella che beneficerà maggiormente della gara”, ha spiegato Alberto Zorzan D.g. di ATAC durante una commissione mobilità.
Lo stesso Zorzan ha continuato dicendo che “attualmente sui binari che collegano i capolinea di Eur Laurentina con quelli di Rebibbia e Jonio (B1) viaggiano circa 18 treni di ultima generazione mentre continuano ad essere presenti all’interno della flotta un numero grosso modo equivalente di treni Ansaldo degli anni Settanta”.
Insomma, se il Campidoglio, prima del ricorso, confidava di avere a disposizione poco meno della fornitura complessiva di 30 treni, ossia 12 convogli per la linea B e 2 per la linea A entro un paio di anni in attesa della fabbricazione degli altri 16 treni previsti dal bando, questo ricorso, ed il recente rinvio, andranno a creare l’ennesima macchia burocratica che rende la Capitale d’Italia anche la Capitale del Caos.
Stefano Boeris