Cosa rimane del roboante discorso dell’inquilino dell’Eliseo pronunciato alla fine del Semestre Francese?
Circa due anni fa si era concluso con un lungo applauso il discorso per il semestre di presidenza francese di Emmanuel Macron alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo, in cui il presidente non aveva perso l’occasione di sfoggiare le sue doti da oratore e di riaffermare il suo convinto europeismo.
Tre, sono state le promesse avanzate dal capo dell’Eliseo: democrazia, progresso condiviso e pace, direttrici fondamentali per un’Europa solida e duratura.
La preoccupazione più grande del presidente, raccontata con una convincente forza patetica, è lo smantellamento dello stato di diritto da parte di quei paesi che, nonostante abbiano partecipato alla creazione dei valori europei, si stavano ammalando di populismo, allontanandosi dall’idea di un’Europa unita. Macron aveva poi menzionato la carta dei diritti con lo scopo di aggiornarla, aggiungendo due temi: la tutela dell’ambiente e il diritto all’aborto.
Fonte: Agi
Quest’ultimo riferimento era risultato, agli occhi della maggior parte dei commentatori, essere una frecciatina diretta all’allora neopresidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, convinta antiabortista, che aveva dichiarato esplicitamente di volere promuovere anche in Parlamento le sue posizioni sull’aborto.
Alla fine del discorso era stato aggiunto uno sguardo geopolitico, rivolto in particolare alla Russia, con il quale, secondo Macron avremmo dovuto instaurare un legame pacifico, non dimenticandoci però di mantenere la nostra indipendenza strategica.
Il discorso inaugurale si era insomma rivelato un vero e proprio “assist” in vista delle elezioni presidenziali francesi, anche se poi in effetti Macron avrebbe sì riportato una vittoria, ma non tale di permettergli una facile governabilità.
Per la sua seconda campagna elettorale, il capo dell’Eliseo, aveva quindi giocato di nuovo la carta dell’Europa, presentandosi come convinto difensore dell’Ue e dei suoi valori.
Fino ad ora però rimangono solo tante parole, in quanto nei tanti mesi trascorsi da queste parole sembra che queste siano rimaste poco più che belle intenzioni e non solo per colpa di chi le ha pronunciate.
Alberto Fioretti