È in gioco il futuro dell’Europa e non solo, che dipende dalla capacità di affrontare le tante sfide epocali che ci riserva il nostro tempo
Dall’ inizio degli anni 90, l’Italia storicamente. territorio di partenza di importanti flussi migratori, è diventato approdo sicuro e punto di riferimento per migliaia di migranti.
Inizialmente, ricordiamo tutti, gli sbarchi degli abitanti dell’Albania, che fuggivano dal conflitto del Kossovo. Poi iniziarono i flussi migratori, da un po’ tutto l’Est europeo, fino a quando non esplose, la vera bomba migratoria, nell’Africa subsahariana e nel Medio Oriente in seguito.
Non è difficile immaginare, come sia la posizione nel Mediterraneo, della nostra penisola, un fattore determinante a rendere le nostre coste, l’approdo più vicino e sicuro, per queste migliaia di disperati.
Solo Spagna e Grecia hanno, nel Mediterraneo, una posizione geografica simile alla nostra e le rotte migratorie, almeno inizialmente, non seguono quindi altre vie.
Questa premessa, per inquadrare un grande problema, diventato emergenza, troppo spesso strumentalizzata dalla politica, di ogni posizione e colore, con l’ unica finalità di raccogliere voti e consensi in campagna elettorale, e dopo il nulla o quasi.
Se noi analizziamo il numero degli sbarchi in Italia, in questo trentennio, notiamo come i flussi migratori non dipendano tanto, dalle politiche migratorie messe in atto dal nostro Governo, quanto dalla situazione politica e sociale, di quei territori africani e medio orientali, vere e proprie bombe ad orologeria, e causa di improvvise impennate dei flussi migratori.
Fonte: La Ragione
Sarebbe troppo lungo e complicato, riassumere trent’anni di sbarchi, in grafici e numeri, ma posso confermare, dati alla mano, che il numero degli sbarchi nelle nostre coste, è proporzionale al numero di disperati in fuga dal proprio paese.
Questo per affermare che non sono tanto le condotte seguite negli anni dai vari Bossi, Fini, Minniti, Di Maio, Salvini a decretate il numero degli sbarchi ma la situazione sociale e politica, nei paesi confinanti, ad alto rischio instabilità.
In questi ultimi anni, purtroppo, per le ragioni sopracitate, il numero degli sbarchi è in continuo aumento e l’ isola di Lampedusa è in emergenza continua.
Secondo i dati del Viminale, nello scorso anno 2022, sono sbarcate 104.000 persone, contro le 67.000 dell’ anno precedente mentre, nel 2023, al giorno 15 settembre, sono sbarcati già 127.000 migranti.
Dati in continua e allarmante crescita, che vista la situazione internazionale, di grande instabilità sono destinati a crescere nell’immediato futuro.
Come poter porre un argine, a tutto questo?
Molto positivo, a questo riguardo l’incontro tra la Premier Giorgia Meloni e la Presidente della Commissione Europea Ursula von de Leyen, per una risposta coordinata tra le autorità Italiane ed Europee.
È in gioco il futuro dell’Europa e non solo, che dipende dalla capacità di affrontare le tante sfide epocali che ci riserva il nostro tempo.
L’ immigrazione è una di queste!
Filippo Gesualdi