Famiglie evacuate a via Ennio Bonifazi a Roma
Sono già trascorsi 40 giorni da quando diverse famiglie sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni, senza alcuna certezza sul loro ritorno. Venerdì 6 dicembre, in una fredda mattina nel cuore del quartiere Boccea, i vigili del fuoco, dopo aver effettuato controlli su un immobile pericolante da tempo abbandonato in Largo Gregorio XIII, hanno disposto l’evacuazione degli edifici adiacenti. In poche ore, oltre cento persone, tra cui famiglie, portatori di handicap e malati oncologici, sono state costrette a lasciare le loro case, portando con sé solo l’indispensabile. Chi si sarebbe mai aspettato una situazione del genere?
Agli evacuati, un termine che suona pesante, era stato detto che il cessato pericolo per lo stabile di Largo Gregorio XIII sarebbe stato dichiarato entro dicembre. Questo avrebbe permesso a quasi cento persone di rientrare a casa. Ora, le famiglie attendono con speranza la fine di gennaio, segnando il 31 sul calendario come data cruciale per il loro ritorno.
Fonte: Giuseppe Mattia
Da dicembre, sono lontani dalla loro casa, costretti ad abbandonare le proprie abitazioni a causa della vicinanza a un palazzo pericolante. Un incubo che dura da 40 giorni, durante i quali non hanno nemmeno potuto trascorrere il Santo Natale nelle loro case.
“Paga sempre il giusto per il peccatore”, diceva mio nonno, e mai come in questo caso il proverbio sembra calzare a pennello. Il palazzo in questione, quello che nessuno delle cento persone mai dimenticherà, è il risultato di ditte sparite e debiti, un immobile simbolo dell’abbandono a metà opera che rappresenta un triste immagine della nostra realtà urbana.
Roma, purtroppo, è testimone di queste situazioni, con edifici incompiuti e strutture lasciate a decadere come cattedrali nel deserto. Gli amministratori Comunali e Municipali, dal Presidente del Municipio, ai Consiglieri delle varie Commissioni, sono stati più volte sul posto, non solo per offrire supporto ai cittadini, ma anche per attirare l’attenzione mediatica sulla questione. Non bisogna dimenticare che, in queste circostanze, gli atti di sciacallaggio non sono rari, quindi esserci è importante.
La Commissione Sicurezza e Legalità del Municipio XIII ha addirittura messo all’ordine del giorno una seduta per affrontare il tema sciacallaggio e cercare soluzioni per prevenire tali fenomeni. Il Presidente della Commissione, Dott. Carlo Mattia, ha chiesto agli uffici preposti l’accesso agli atti riguardanti la messa in sicurezza dell’immobile in questione. Insomma, tutti attenti.
Fonte: www.comune.roma.it/
Nel frattempo, al Campidoglio, sono state avviate Commissioni e sopralluoghi, sono state emesse ordinanze ad hoc. La Protezione Civile, viste le urgenti necessità, ha allocato temporaneamente le famiglie in Hotel su via Cassia, purtroppo lontano dai loro affetti e dalle abitudini quotidiane. E mentre tutti noi ci riunivamo per cantare canzoni di Natale, è accaduto un miracolo: l’Albergo “Casa tra noi”, grazie alla sensibilità del suo direttore, Nicola Palandra, ha creato le condizioni per un accordo con le istituzioni, permettendo così alle famiglie di rientrare, anche se temporaneamente, nel loro quartiere.
Ad oggi, la situazione rimane invariata: le famiglie potranno tornare nelle proprie case solo al termine dei lavori di messa in sicurezza del palazzo pericolante. Durante l’assemblea del Consiglio Comunale tenutasi il 13 gennaio 2025, è emerso che i lavori di messa in sicurezza stanno procedendo, con la speranza da parte del proprietario dell’immobile di terminarli entro il 31 gennaio 2025. Riusciremo a fidarci di questa promessa?
Siamo di fronte a una nuova prova: a metà gennaio scadono gli accordi economici per garantire un tetto alle persone in attesa di rientrare a casa, e il Comune di Roma potrebbe non essere in grado di sostenere ulteriormente queste spese. Per questo motivo, nella commissione del 13 gennaio, è stata richiesta ai proprietari dell’immobile pericolante la copertura delle spese per l’assistenza alloggiativa. La situazione è complessa e le famiglie continuano a vivere nell’incertezza, sperando in un futuro migliore e in un rapido ritorno alla normalità.
Antonella Tancredi