È il momento della responsabilità. Lo ribadiscono un po’ tutti, a parole, ma ormai ci vogliono decisioni

La politica italiana si è divisa sulla posizione da tenere sulla politica internazionale. L’irruzione di Trump che si è portato con sé lo stravolgimento degli equilibri a cui eravamo abituati da decenni, la necessità da parte della UE obbligata a crescere e assumersi responsabilità mai prima prese in considerazione, obbligano i partiti ad un posizionamento chiaro.

L’America di Trump, ma lo si sapeva da tempo, ha allentato nettamente il legame con l’Europa a cominciare dalle spese della difesa. Con Trump le nazioni europee non avranno più quasi gratuitamente le spese per la difesa, dovranno finalmente affrontare seriamente il tema dell’esercito europeo, con quel che ne consegue, dovranno, insomma, diventare grandi e affrontare i nodi mai sciolti. 

Tutte queste novità hanno creato un grande trambusto nei partiti, sia nella maggioranza, sia nell’opposizione. E questo la dice lunga sulla precarietà degli equilibri perché di solito sulla politica estera si misura la compattezza degli schieramenti che, invece, in questo caso, si sono divisi. 

Fonte: Startmag

Nel Governo, la Premier fa l’equilibrista per mantenere un rapporto con la UE senza rompere con Trump, sempre più ostile l’Europa, mentre Salvini, sempre pronto nel mettere in difficoltà la Meloni, si affanna a mostrarsi il più fedele interprete della politica di Trump, vicino al dittatore Putin e sempre più lontano dall’Europa. Forza Italia con Tajani si mostra invece sempre coerente con il filone europeista che ha sempre caratterizzato il partito che fu di Berlusconi. 

L’opposizione non riesce a trarre vantaggio dalle divisioni del Governo. Della frastagliata aggregazione ogni partito ha una posizione diversa, nel PD addirittura due. La Schlein, che ha spostato sempre più su posizioni radicali il suo partito, sta vivendo un momento di conflitti nel PD con l’area riformista su posizioni coerenti con il recente passato mentre la segreteria si è spostata su posizioni più finto pacifiste, per non perdere consensi a vantaggio dei 5S, ormai su posizioni filo putiniane e pacifiste. Verdi e sinistra confermano le loro posizioni, da sempre pacifiste e ostili alle spese militari.

Tutti, insomma si stanno posizionando in attesa di un difficile chiarimento internazionale. La crisi è totale, legata anche al fatto che mancano leader all’altezza della situazione. La politica ha cambiato il paradigma, l’interesse particolare ha scansato l’interesse generale e anche le modalità della comunicazione sono improntate ad una crescente aggressività. Si va per semplificazioni a dispetto della complessità dei problemi che avrebbero bisogno di studio e riflessioni. 

Anche la brutta pagina scritta alla Camera segna questa tendenza. Per parlare di Europa, là Premier ha attaccato il Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, dove si tratteggiava l’idea di una Europa dei popoli, federale e democratica. Un testo che avrà pure delle connotazioni superate, oggi irrealistiche, ma sempre con una idea condivisa da decenni. Invece, si è preferito puntualizzare alcuni elementi non condivisibili oggi, ma che vanno contestualizzati quando il Manifesto venne scritto e su questo si è scatenata una bagarre vergognosa, segno di un livello troppo modesto della politica italiana. 

Fonte: Il Messaggero

La veemenza di Trump e del suo scudiero Musk sta mettendo a rischio la pace. Altro che raccontare di un Trump pacifista. Le guerre nascono in primo luogo cominciando con le guerre commerciali, da lì si inaspriscono i rapporti e le guerre diventano inevitabili. C’è poca consapevolezza dei pericoli che corriamo e, in casa nostra, i leaderini nostri, scimmiottano ora Trump, ora Putin, per raccogliere qualche voto alla faccia dei cittadini italiani spettatori smarriti dalle penose performance televisive dei nostri attori. 

Questi giorni saranno importanti per l’Europa; la due giorni di Bruxelles ci farà capire qualcosa di più se si è capita la situazione che se non registra un sussulto di orgoglio, sarà per l’Europa un pericoloso e inarrestabile declino. Draghi lo ha ribadito giorni fa che è il momento della responsabilità, lo ribadiscono un po’ tutti, a parole, ma ormai non servono più. Ci vogliono decisioni. 

In attesa, uniamoci in una preghiera per Papa Francesco. 

Fonte: Open

FRANGES

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