Analizziamo brevemente gli accordi di Camp David che portarono alla distensione fra i due paesi
Visti gli eventi occorsi in Palestina dopo il 7 Ottobre scorso, sono tornati di attualità gli accordi di Camp David come preclaro esempio positivo di negoziazione e accordo fra questi due fronti così visceralmente nemici. Il 26 marzo 1979 a Washington venne firmato il Trattato di pace israelo-egiziano, con il quale si pose fine al lunghissimo conflitto tra i due Paesi. Protagonisti di questo processo di pace, mediato dal Presidente USA Jimmy Carter, furono il Presidente egiziano Al-Sadat e il Premier israeliano Begin. Elemento fondamentale del Trattato di pace era il riconoscimento reciproco dei due Stati e la fine di uno stato di guerra che vigeva dal 1948. Ma ancora più importante: era la prima volta che uno stato arabo riconosceva Israele.
Un riconoscimento che per gli esperti di geo-politica costò la vita al presidente egiziano Al-Sadat, vittima di un attentato al Cairo nel 1981. Per le sue scelte venne bollato come traditore della causa palestinese, in particolar modo tra i fondamentalisti islamici, risultando impopolare per molti governi arabi che consideravano gli accordi firmati una dimostrazione di debolezza da parte dell’Egitto. Tra i punti certamente più noti vi fu quella relativa al territorio del Sinai eternamente conteso tra le due fazioni: da un lato Israele ritirava le proprie truppe dal Sinai – che occupava dal 1967 – dall’altro l’Egitto provvedeva alla smilitarizzazione parziale dell’area. Solo nel 1983 Israele si ritirò definitivamente dalla penisola del Sinai, restituendo il territorio all’Egitto.
Fonte: AGI
Il fatto che maggiormente dovrebbe far riflettere di questo accordo è che da parte israeliana il patto fu voluto e firmato da Menachem Begin, ex terrorista dell’Irgun, uno dei tre principali gruppi paramilitari che furono protagonisti dei torbidi pre-partizione della Palestina che videro occupati gli Ebrei dello Yshuv e gli arabi palestinesi, poi confluito nell’esercito israeliano il 26 maggio 1948 pochi giorni dopo la Dichiarazione d’Indipendenza israeliana.
Ciò che dovrebbe suscitare qualche riflessione è che ad arrivare all’accordo sia stato una figura politica facente parte dell’Irgun che, insieme all’Haganah e altri gruppi minori, aveva, tra i tanti, a gravare sulla sua coscienza, secondo la stragrande maggioranza degli storici, il massacro di Deir Yassin, dove vennero trucidati almeno 107 civili palestinesi.
Alberto Fioretti