In queste ore oltre alla strage e agli orrori, forse qualche fiammella di speranza per una soluzione politica del problema
Non eravamo abituati a pronunciare la parola guerra. Quelle che sono state combattute in questi anni, le rubricavamo come guerre locali, terrorismo islamico, guerre di religione, ma mai abbiamo sentito il pericolo palpabile che questa volta potrebbe scoppiare un conflitto mondiale.
Il Corriere di Roma è un periodico e non voglio fare il riassunto di quanto successo in questi giorni, l’ambizione è quella di dare qualche spunto di riflessione sui fatti.
È chiaro che si tratta di una guerra dichiarata da Putin per normalizzare la situazione in Ucraina che, da qualche anno, ha deciso con libere votazioni, di appartenere al campo che vede nella libertà e nella democrazia i caposaldi della convivenza. Di contro Putin, come fecero i sovietici nel 56 in Ungheria e nel 68 in Cecoslovacchia, con questo brutale atto di guerra, ha tentato di riportare l’Ucraina nella sua giurisdizione, con la scusa che l’Ucraina libera e vicina all’Europa, poteva essere una minaccia alla sicurezza della Russia.
Come si sa, una vittima certa della guerra è la verità. E da quando è iniziata la guerra di Putin, se ne dicono di tutti i colori, anche se questa volta le immagini che stanno facendo il giro del mondo raccontano di stragi di civili, di bombardamenti su obiettivi civili. Nella giornata di oggi si è consumata forse l’azione più criminale. I russi hanno bombardato un teatro dove, e lo sapevano tutti, erano nascosti oltre 2000 bambini e tantissime donne. Un atto criminale che fa dire al mondo civile che Putin è equiparabile ad un criminale di guerra.
In queste ore oltre alla strage e agli orrori, forse qualche fiammella di speranza per una soluzione politica del problema. Prudenza, tanta prudenza, perché Putin sembra essere accecato da un disegno che vuole ricreare il vecchio impero sovietico. Ed in questi anni, dalla Crimea in poi, con la violenza e i crimini efferati di guerra, Putin non intende fermarsi.
Tornando alla nostra piccola Italia, sulla guerra di Putin, la politica italiana si è divisa con la confusione di sempre. In campo sono scesi i tifosi filo Occidente e i nostalgici di un’epoca che pensavamo morta e sepolta, quella dell’internazionale socialista.
I filoccidentali, la maggioranza, difende e rivendica il senso di appartenenza a quella scala di valori che sono le fondamenta della nostra cultura, i “filo-Putin”, che esprimono un po’ alla vergognosa quel filo che lì lega al mondo che fu.
Ricordate il né con lo Stato né con le Brigate Rosse, ai tempi del terrorismo? Oggi quella scellerata posizione si è trasformata in né con la Nato né con Putin, dimenticando che in questa guerra la Nato non c’entra niente. E la cosa agghiacciante che propongono questi figuri è la resa degli ucraini che in questo modo farebbero finire la guerra. È una posizione vergognosa e crudele che strizza l’occhio ai desiderata di Putin e uccide senza pietà la voglia di libertà e di democrazia del popolo ucraino. Il tutto in nome della Pace. Direi un’autentica vergogna.
E guarda caso che i “filo-putiniani” sono gli stessi che fino a un mese fa occupavano le televisioni supportando bislacche idee no vax, parlando di attentato alla libertà individuale nel momento in cui si imponeva il Green Pass.
Si sono uniti gli istinti antisistema, che esistono sia a destra che a sinistra, e che si sono saldati avendo perso un possibile punto di riferimento il M5S, ormai imborghesito e ben attento a non perdere il potere. Si sa del rapporto molto forte che ha legato i grillini, come per altro la Lega, con Putin. Facevano a gara per farsi fotografare con Putin e a tesserne le lodi. Era diventato un punto di riferimento per la libertà e trovo abbastanza disgustoso come nessun giornalista italiano abbia chiesto del perché di questa sterzata, vera o presunta. Sentire parlare Di Maio condannare Putin, ricordando quello che diceva anni fa, crea disagio e nessuno chiede conto di questo salto mortale.
Ci ha dovuto pensare un sindaco di una città polacca a umiliare Salvini mettendolo alla berlina in una delle sceneggiate salviniane. La nostra informazione tace.
Per il resto la cronaca di guerra è raccontata h24 dalla televisione, e non era mai successo. E questo fatto nuovo non potrà mai occultare gli orrori che Putin ha fatto al popolo ucraino.
Il Presidente Draghi ha parlato di possibile economia di guerra e questo fatto fa rivivere a quanti, come me, hanno vissuto la guerra attraverso i racconti delle nonne. Si parlava di beni essenziali che scarseggiano, disagi e sofferenze di ogni tipo e nessuno in quei tempi, aveva vissuto il benessere e l’agiatezza che per più di mezzo secolo siamo riusciti a vivere. Per ora i costi dell’energia alle stelle, si parla di speculazioni e di truffe…. ma speriamo che questo orrore prodotto dalla guerra, qualcuno lo riesca a fermare.
FRANGES