La vita è un continuo susseguirsi di scelte ed incontri che possono lasciare un segno profondo anche se, sul momento, non vengono percepiti nella loro interezza
La vita è un continuo susseguirsi di scelte ed incontri. Questi ultimi possono lasciare un segno profondo anche se, sul momento, non vengono percepiti nella loro interezza.
Qualche tempo fa, nel corso di una rassegna stampa radiofonica, mi è capitato di leggere e commentare la notizia di un frate, p. Gereon Goldmann venuto a mancare nel 2003 che, dopo essere stato nelle SS, aveva deciso di scrivere un nuovo capitolo della propria vita, vestendo l’abito sacro ed abbracciando la spiritualità.
Questo episodio mi ha riportato alla mente un incontro fatto nell’ormai lontano anno 2000 con un uomo il cui destino era stato molto simile a quello del religioso menzionato nell’articolo. Si trattava di un Frère facente parte dei “Fratelli delle Scuole Cristiane” che viveva nel Collegio San Giuseppe De Merode, a due passi da Piazza di Spagna e che ebbi modo di conoscere grazie ai dieci mesi di Servizio Civile svolti all’interno dell’istituto.
Frère Teodoro Weckenmann, questo il suo nome, era stato un ufficiale delle SS ma, come per p. Gereon, la sua strada esistenziale lo portò ad accogliere, in seguito, un altro stile di vita.
In vero, fr. Teodoro arrivò a Roma, al Collegio De Merode, nel 1932 e, sempre nella Capitale, conseguì la laurea in Lettere Classiche presso l’università La Sapienza. Con lo scoppio del Secondo Conflitto mondiale, venne richiamato nell’esercito tedesco. Nonostante fosse contrario a tale chiamata, dovette obbedire senza discussioni di sorta.
Gli anni dal 1942 al 1945 furono molto difficili: Ulma, Stuttgart, Trapani, Livorno, Anzio, Marina di Pisa e ancora Genova, Pegli, Abbazia e Pola. Furono queste le città dove l’Ufficiale Weckenmann prestò servizio. Fu prigioniero dal maggio del ’45 al gennaio del ’46.
Fonte: Rivista “Piazza di Spagna”
Si narra che alcune schegge di granata l’avessero colpito alla testa, rimanendo all’interno della calotta cranica. Teodoro poté abbracciare la vita religiosa alla fine del Conflitto attraverso l’insegnamento e la quotidianità coi ragazzi.
Fu professore dal 1932 al 1989, tranne durante il conflitto. E forse è stato proprio questo rapporto con i giovani ad indicargli il giusto cammino da seguire.
Il mio personale ricordo è quello di un religioso ormai avanti con gli anni che curava la cappella dell’Istituto. Capitava quasi ogni giorno di incrociarlo o dentro la chiesa o sulla rampa di scale che conducevano ad essa. Occhi azzurri, volto nordico, tra noi si era creato un affetto ed una stima reciproca. Alchimie esistenziali che lasciano il segno.
Frère Teodoro Weckenmann al centro – Fonte: Rivista “Piazza di Spagna”
Mi raccontava, nei brevi momenti di pausa di entrambi, la sua vita ed io ero affascinato all’idea di avere dinnanzi a me, un ex ufficiale delle SS che rappresentava la Storia studiata sui libri e, al tempo stesso, un religioso così legato al proprio abito e ai giovani.
Fr. Teodoro morì nel 2001, forse quando ancora stavamo completando i dieci mesi di Servizio o subito dopo. Non ricordo esattamente il periodo ma non ha alcuna importanza; ciò che conta è come questa persona, seppur conosciuta brevemente, sia rimasta nella mia memoria.
Di lui conservo delle foto pubblicate nella rivista “Piazza di Spagna” 2000/2001, curata dal Collegio San Giuseppe De Merode. Un numero molto importante poiché tratta di un periodo tra i più formativi della mia vita.
Stefano Boeris