Il nuovo parco di affaccio del Lungotevere delle Navi, ex Oasi del WWF, è stato inaugurato il 21 marzo, primo giorno di Primavera

È stato inaugurato il 21 marzo scorso il nuovo parco d’affaccio “Lungotevere delle Navi” tra Ponte Risorgimento e Ponte Matteotti, in un’ampia e ricca area naturalistica, ex Oasi del WWF. Per un’estensione di 1,6 ettari, è il primo dei cinque parchi d’affaccio giubilari previsti dal piano di riqualificazione e valorizzazione del tratto urbano del Tevere, nel cuore di Roma, a pochi minuti da Piazza del Popolo. Il progetto è stato realizzato in un anno grazie ai fondi per il Giubileo, nell’ambito del piano generale per la riqualificazione delle aree spondali del Tevere.

Con un finanziamento di 800 mila euro è stata costruita una passerella in legno di circa 570 metri, sospesa lungo la riva del fiume, dove si può passeggiare osservando il panorama, connessa a quattro terrazze con panchine, per una superficie di 370 metri quadri per la sosta, attività didattiche e naturalistiche, ed aule all’aperto per le scolaresche. A completare l’impianto anche una staccionata di legno sul bordo alto della riva, una nuova pavimentazione e delle strutture amovibili per l’installazione di piccoli moli per l’attracco delle canoe. Le strutture, dalla passerella alle panchine, sono state tutte realizzate esclusivamente con materiali naturali e legno per impattare nel minor modo possibile sull’ambiente circostante, rispettando la flora e la fauna presenti.

Parco di affaccio Lungotevere delle Navi, una delle terrazze – Fonte: Roma Capitale

Lungo tutto il camminamento, inoltre, sono stati piantumati nuovi alberi e piante, che non solo coloreranno e renderanno bellissimo il percorso, ma permetteranno la proliferazione degli insetti favorendo la biodiversità ed il ripristino degli equilibri ecologici. È stato anche previsto un impianto di illuminazione per garantire la sicurezza dell’intera zona. Per la realizzazione di tutto questo c’è voluto un lavoro di bonifica e ripulitura enorme. Basti pensare che sono stati riempiti 700 camion di spazzatura, rimuovendo tonnellate di rifiuti da un’area che negli anni si era trasformata da un’oasi protetta ad una zona degradata e in decadimento.

Parco di affaccio Lungotevere delle Navi , Passerella sospesa – Fonte: RaiNews

Entro Pasqua saranno ultimati gli altri quattro parchi d’affaccio giubilari: tra Ponte Milvio e Ponte Flaminio, il Parco di Affaccio del Foro Italico tra Ponte Milvio e Ponte Duca d’Aosta, e quello nell’area di confluenza tra Tevere e Aniene e tra Foro Italico e Acqua Acetosa, mentre il 5 aprile sarà inaugurato quello di Ostia Antica. L’area verde del Lungotevere delle Navi è stata per lungo tempo Oasi del WWF, ed è ancora oggi Monumento Naturale, per le piante secolari, i fossili, le formazioni geologiche che comprende, e per questo non può essere sottoposta a modifiche o costruzioni, ma solamente riqualificazioni. L’ex oasi è divenuta uno splendido parco d’affaccio che tutela il patrimonio fluviale di Roma, valorizzando una zona molto ricca da un punto di vista naturalistico.

Dopo il taglio del nastro alla presenza del Sindaco Roberto Gualtieri e dell’Assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi, la sfida ora è quella di mantenere fruibile e salvaguardato il parco, un patrimonio di biodiversità nel cuore della Capitale. Per questo si pensa per il futuro ad una gestione condivisa attraverso patti di collaborazione, come ha detto l’Assessore Alfonsi. L’idea è quella di “lanciare un avviso pubblico attraverso il quale individuare le realtà associative che potranno gestire questo nuovo spazio Verde”.

Il nostro fiume è stato per troppo tempo nascosto e dimenticato. Dopo essere stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, con la realizzazione dei cinque parchi di affaccio l’obiettivo è che “il Tevere diventi un unico parco lineare”, come ha affermato il Sindaco Gualtieri, perché “Il fiume è vita, un patrimonio di biodiversità che sostiene l’ecosistema della Capitale, una risorsa turistica, ricreativa, didattica, sociale”.  Ripristinare il legame del Tevere con la sua città, interrotto con la costruzione dei muraglioni nell’Ottocento, dopo la piena di 17 metri che nel 1870 aveva sommerso Roma. Sarebbe bello poter vedere il nostro Tevere valorizzato come il Tamigi a Londra o come la Senna a Parigi.

Intanto i romani e i numerosi turisti che affollano la città nell’anno del Giubileo potranno d’ora in poi fruire di uno spazio nuovo, trasformato, che risponde ai criteri di sostenibilità e tutela la biodiversità, e dare il benvenuto così all’arrivo della primavera.

Laura Spadella

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