Da Ponte Cavour a Ponte Sublicio il fiume della Capitale ha ottenuto il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità
Dalla leggenda della nascita di Roma, che ha inizio con l’abbandono di Romolo e Remo nella cesta tra le sue acque, allo sbarco di Enea iniziatore della stirpe romana, la storia della nostra città è indissolubilmente legata al Tevere.
Il fiume ha sempre avuto un ruolo importante nella storia della Capitale, non soltanto come nodo strategico, ma perché è l’anima della città stessa. È sempre stato un elemento fondamentale come principale via di comunicazione primaria, dai primi insediamenti ai Sette re di Roma, dalla Repubblica all’Impero. Fonte di acqua e di vita, via di trasporto, mezzo di difesa.
Fonte: Giulio Pugliese
Anticamente era chiamato Albula, che in latino significa bianco, per via delle sue acque in quel tempo rese chiare dalla sabbia e dal limo, da qui Flavus, cioè biondo. In seguito, divenne Tiberinus, in onore di Tiberino Silvio, mitico re degli Albani, affogato mentre combatteva sulle sue sponde, anche se sappiamo che gli Etruschi già lo chiamavano Thybris.
Il Tevere era talmente importante per gli antichi romani, che lo onoravano come una divinità, rappresentato con la cornucopia e il remo, simboli di abbondanza e navigabilità, talvolta con vicino i gemelli e la lupa, immagine che ancora oggi possiamo vedere in numerose sculture e raffigurazioni. Lo festeggiavano l’8 dicembre con le Tiberinalia, cerimonie di purificazione delle acque e delle sorgenti, ricordando l’anniversario della fondazione del tempio a lui dedicato sull’isola Tiberina. Virgilio lo descriveva nell’Eneide (Aen. VIII, 31-34) come un vecchio canuto disteso lungo le sponde del corso d’acqua tra la ricca vegetazione.
Il fiume, celebrato dal poeta come un elemento sacro e vitale, continua a essere al centro dell’attenzione di tutto il mondo per il suo ruolo storico e culturale nella Città Eterna, e anche se oggi non è più il biondo Tevere descritto nei poemi, il suo valore rimane fondamentale per la città, tanto da essere stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, un importante riconoscimento che riguarda in particolare il tratto che attraversa il centro storico della Capitale, da Ponte Cavour a Ponte Sublicio e che arriva a quattro anni dalla candidatura. L’annuncio che sarebbe rientrato tra i siti Patrimonio dell’Umanità era già stato dato a luglio, ma è di questi giorni la conferma definitiva.
Fonte: La Rivista della Natura
Il Tevere viene così integrato nel sito UNESCO di Roma, riconosciuto nel 1980 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, e rientra nel Piano di gestione 2024-2030 del Sito Patrimonio Mondiale, approvato in Campidoglio lo scorso luglio, dal titolo “Centro Storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella Città e San Paolo fuori le Mura”. Il fiume è stato inserito come “attribute”, elemento costitutivo del sito Unesco di Roma, “per la salvaguardia e valorizzazione delle sponde, la protezione delle vedute e del paesaggio urbano e naturale”.
Sono inoltre in fase di realizzazione cinque nuovi parchi di affaccio sul Lungotevere delle Navi, a Ponte Milvio, all’Acqua Acetosa, al Foro Italico, e ad Ostia antica, a cui ne seguiranno tre sull’Aniene nei primi mesi del prossimo anno.
Il Tevere è il terzo fiume d’Italia dopo il Po e l’Adige per lunghezza e portata, nasce alle pendici del Monte Fumaiolo e dall’Emilia Romagna scende in Toscana, poi in Umbria e infine nel Lazio, e dopo aver attraversato la Capitale, sfocia a Fiumicino per gettarsi nel Mare Tirreno. Ha dato alla Capitale la forza di nascere e il sostegno nel crescere e diventare Caput Mundi.
Il fiume celebrato da Virgilio nell’Eneide come elemento sacro e vitale continua ad avere e a riaffermare la sua importanza storica e culturale nella città eterna, perché tutto a Roma vive e si muove intorno al Tevere, oggi come allora.
Laura Spadella