Come si sta comportando l’Unione Europea nella terribile e complessa vicenda ucraina?
Sembra, a sentire una certa narrazione degli eventi, che l’Europa abbia finalmente trovato e fatto proprio quello spirito di unità che le era da sempre mancato. Tutti uniti nella risposta alle pretese di dominio dello Zar che, questa volta, avrebbe davvero superato il limite. Peccato che il limite, Putin, lo abbia superato da tempo, e che, nessuno degli attori europei sia riuscito a prepararsi in anticipo (vedasi l’enorme dipendenza europea nei confronti del gas di importazione russa). L’impreparazione nell’affrontare le diverse questioni geopolitiche sembra un atteggiamento ormai strutturale dell’Unione Europea la quale, nella realtà, appare estremamente meno efficace rispetto a quanto si possa apprendere da parte dell’informazione.
L’UE potrebbe giocare un ruolo chiave nella risoluzione del conflitto, facendo prevalere, invece che eroismi estemporanei, gli stessi che, tra l’altro, fomentano le culture nazionali, una forte diplomazia. Quest’ultima pare sia stata fin da subito messa da parte. Nel corso degli ultimi giorni, infatti, i contatti dei leader europei con i loro corrispettivi russi, oltre a essere ridotti, si sono rivelati estremamente insoddisfacenti. Una chiusura totale al dialogo, frutto di una diplomazia impreparata che lascia spazio unicamente a sanzioni e invio di armi; per non parlare di alcune delle ultime dichiarazioni da parte degli esponenti UE che prefigurano, almeno a parole, un ingresso immediato dell’Ucraina nell’Europa. Lo strumento sanzionatorio risulta fondamentale per la risoluzione di questioni internazionali come quella attuale, se affiancato da una reale volontà di dialogo. Il rischio è quello che la situazione possa sfuggire di mano e che, Mosca, sentendosi sempre più estromessa e minacciata possa rispondere con ulteriore violenza. A pagarne le conseguenze sarebbero, al momento, i cittadini Ucraini. L’impressione è che, invece di propendere per risoluzioni che siano il più possibile pacifiche, si tenda a porre in essere determinati comportamenti che si discostano dalla retorica di un’Europa forte, garante dei diritti e pacifica.
Alberto Fioretti