Dal punto di vista giuridico, il consenso informato è un dovere imprescindibile che tutela il paziente contro rischi di trattamenti non desiderati o non compresi

Il consenso informato rappresenta un principio cardine nell’ambito della medicina e della responsabilità sanitaria. Esso non solo implica il diritto del paziente a prendere decisioni consapevoli riguardo alle proprie cure, ma anche una serie di obblighi per il medico e le strutture sanitarie. Si tratta di un concetto che implica una profonda intersezione tra etica e diritto, ed è cruciale per la protezione sia dei diritti del paziente che della responsabilità del professionista sanitario.

Il consenso informato è, dal punto di vista giuridico, un concetto che si intreccia con il diritto alla salute, il diritto alla privacy e il diritto all’autodeterminazione. La giurisprudenza e la legislazione italiana sono chiare nel definire l’importanza di ottenere un consenso esplicito, consapevole e documentato da parte del paziente, per evitare che l’esercizio della professione medica possa comportare responsabilità legali.

Fonte: Federprivacy

Nel contesto giuridico, è fondamentale che il consenso non solo venga espresso in forma documentale, ma che sia anche valido e libero. La giurisprudenza ha stabilito che il consenso deve essere dato in modo consapevole, cioè dopo una corretta informazione, e deve essere privo di coercizione o manipolazione. In Italia, il diritto al consenso informato è sancito dalla Legge 219/2017, che stabilisce che ogni persona ha il diritto di essere informata sui trattamenti sanitari e di esprimere un consenso consapevole riguardo alla propria salute. Il medico, in virtù della sua competenza e del suo ruolo, è tenuto non solo a chiedere il consenso, ma a fornire informazioni adeguate e comprensibili sui rischi e sui benefici di un intervento, sulle alternative disponibili e sugli effetti collaterali potenziali. L’omissione di tale informazione può configurare una grave violazione dei diritti del paziente e portare a una responsabilità civile o penale.

L’aspetto giuridico del consenso informato non riguarda soltanto la necessità di ottenere una firma su un modulo, ma si articola in un processo di comunicazione e reciproca comprensione che deve rispettare la dignità, l’autonomia e la libertà del paziente. Comporta, quindi, un processo di comunicazione efficace, che assicuri che il paziente abbia compreso ciò che gli è stato riferito. L’obbligo di informare il paziente è, quindi, un obbligo di comportamento, che non si esaurisce nel semplice invio di un modulo di consenso o nella lettura di un foglio informativo, ma che impone una relazione attiva e interattiva con il paziente. Il consenso informato è strettamente legato a questioni etiche fondamentali, come il rispetto della dignità, dell’autonomia e della volontà del paziente.

Fonte: Associazioni Omnia

Ogni individuo ha il diritto di decidere liberamente su questioni che riguardano il proprio corpo e la propria salute. Il medico deve essere in grado di spiegare in modo chiaro e comprensibile i rischi, i benefici e le alternative al trattamento proposto. In un contesto etico, la comunicazione tra medico e paziente deve essere rispettosa, empatica e orientata a rispondere alle reali necessità e preoccupazioni del paziente. L’etica medica si fonda su principi universali che mirano a tutelare la dignità e l’autonomia del paziente e riconosce che il paziente ha il diritto di essere informato in modo completo, chiaro e comprensibile sui trattamenti proposti, sui benefici attesi, sui rischi e sulle alternative. Senza tale informazione, il paziente non può esercitare il suo diritto all’autodeterminazione. La violazione di questo diritto, dunque, non riguarda solo una negligenza giuridica, ma una grave mancanza etica da parte del medico, che tradisce la fiducia che il paziente ripone nel sistema sanitario.

Nel contesto della responsabilità sanitaria, il consenso informato riveste un’importanza fondamentale, non solo come un requisito etico e deontologico, ma anche come un pilastro giuridico in grado di influenzare direttamente le dinamiche di responsabilità professionale. La consapevolezza del paziente e la sua volontà esplicita di sottoporsi a un trattamento sanitario sono elementi imprescindibili per garantire che le prestazioni mediche vengano effettuate in modo conforme alla legge e ai diritti individuali. Il medico, quindi, non solo è tenuto ad agire con competenza, diligenza e prudenza, ma ha anche il dovere di assicurarsi che il paziente comprenda appieno i rischi, le alternative e le implicazioni di qualsiasi intervento. In altre parole, il consenso informato, pertanto, si configura come un fondamentale snodo etico e giuridico nella responsabilità sanitaria.

Dal punto di vista etico, si colloca al centro del rispetto per l’autonomia e la dignità del paziente, promuovendo una medicina che non solo cura, ma che rispetta la libertà di scelta del paziente. Dal punto di vista giuridico, il consenso informato è un dovere imprescindibile che tutela il paziente contro rischi di trattamenti non desiderati o non compresi, e allo stesso tempo protegge il medico da possibili azioni legali in caso di danno.

Una gestione corretta e consapevole del consenso informato, quindi, non solo previene il rischio di responsabilità legale, ma contribuisce alla costruzione di un rapporto di fiducia reciproca tra medico e paziente.

Flavia Ciccopiedi

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