Nella nostra Nazionale giocano calciatori che sono riserve nelle loro squadre di club e questo la dice lunga sull’affidabilità di una squadra a cui manca il leader
Frana l’Italia di Spalletti nel secondo tempo della partita di Wembley, consentendo all’Inghilterra di prendersi la rivincita della finale dell’Europeo 2021. Una pesante vittoria per 3-1 degli inglesi che lascia tanto rammarico alla nostra Nazionale per il brillante primo tempo espresso dagli azzurri, basato su una perfetta organizzazione di gioco superiore alla squadra britannica aggrappata alla straordinaria velocità di Bellingham e alle giocate di sponda di Kane.
In fase di non possesso l’Italia occupava bene gli spazi, con i calciatori intelligenti ad aiutarsi reciprocamente per ottimizzare la cerniera difensiva, e con Frattesi spostato qualche metro più avanti con il compito di sviluppare un pressing molto alto a disturbare sul nascere le manovre degli avversari.
A livello di tattica offensiva, Mister Spalletti aveva impostato la gara su verticalizzazioni e fraseggi sulle fasce laterali, a destra con i soliti Berardi e Di Lorenzo, a sinistra con El Shaarawi e Udogie, quest’ultimo autore di una prova maiuscola sul piano della fisicità, della corsa e dell’impeto messo in campo.
La nostra Nazionale è passata in vantaggio al 15’ minuto con un’azione da manuale del calcio: partenza dell’azione dalla sinistra, rapida conversione sulla fascia opposta, tocco di Berardi a favorire lo scatto di Di Lorenzo verso il fondo, passaggio basso in area, velo più o meno voluto da Frattesi a disorientare la difesa avversaria e comodo tiro in solitudine di Scamacca a gonfiare la rete.
L’Italia ha avuto il merito di insistere sul suo gioco proattivo e dinamico ma si è dovuta inchinare alla irresistibile incursione di Bellingham che ha provocato il calcio di rigore, realizzato con freddezza e precisione da Kane al 32’. Anche dopo il pareggio inglese i nostri azzurri non si sono disuniti e nel recupero del primo tempo sono arrivati ad un passo dal riportarsi al meritato vantaggio, ma, sul tiro di Udogie respinto con difficoltà dal portiere Pickford, Berardi e Di Lorenzo si sono ostacolati a vicenda fallendo il tap-in vincente.
Fonte: StrettoWeb
Nella ripresa l’organizzazione di gioco della squadra di Spalletti è stata vanificata dalla qualità dei calciatori inglesi, dimostratisi devastanti, inarrestabili e letali nelle ripartenze verso la porta di Donnarumma e dalla disastrosa prova dei nostri difensori completamente imbambolati.
Il raddoppio inglese, siglato al 57’ minuto, è nato da una velocissima discesa in ripartenza del favoloso Bellingham, con conseguente passaggio a Rashford che ha avuto tutto il tempo per portarsi la palla sul destro, puntare l’area, convergere al centro, guardare la porta, prendere la mira e segnare indisturbato complice l’immobilismo della difesa italiana.
Il terzo gol inglese al 77’ è nato da un contropiede condotto da Kane non ostacolato ma facilitato da Bastoni e Scalvini apparsi goffi, frastornati e troppo timidi nel contrastarlo. L’Italia giustamente recrimina per la clamorosa mancata espulsione di Phillips, già ammonito, reo di un’entrata durissima col piede teso sul collo del piede di Barella. Mancavano 25 minuti più recupero, il risultato era fermo sul 2-1 per gli inglesi, forse con un uomo in più in campo gli azzurri potevano pervenire al pareggio e conseguire un punto utilissimo ai fini della classifica.
Spalletti aveva preparato bene la partita, condotta ad alti livelli per un’ora, poi condizionata anche da un calo di concentrazione nei momenti cruciali. L’unica critica mossa al tecnico toscano è quella di aver impiegato troppi uomini nell’accompagnare la manovra in fase offensiva, scelta che lo ha premiato nel primo tempo quando la squadra ha avuto la forza e le energie per restare compatta e che invece lo ha condannato nella ripresa quando la formazione azzurra è apparsa in affanno nel serrare i ranghi a tutela dei difensori centrali apparsi in serata storta.
Fonte: Tuttosport
A livello di individualità, è apparsa evidente la differenza tecnica e agonistica tra i calciatori inglesi e quelli italiani. Fuoriclasse del calibro di Rashford, Kane, e soprattutto Bellingham tra i migliori cinque calciatori al mondo, fanno la differenza a prescindere dalle organizzazioni di gioco e dalle tattiche. Nella nostra Nazionale giocano calciatori che sono riserve nelle loro squadre di club e questo la dice lunga sull’affidabilità di una squadra a cui manca il leader, l’uomo capace di prendere in mano la squadra nei momenti topici degli incontri.
Mancano due turni alla conclusione delle sfide del girone, dove ora siamo terzi in classifica. Per evitare i pericolosi playoff ed arrivare al secondo posto utile per la qualificazione diretta ai Campionati Europei, dovremo nel mese di novembre, vincere contro la Macedonia del Nord venerdì 17 allo Stadio Olimpico di Roma ed almeno pareggiare nell’ultimo match contro l’Ucraina lunedì 20 a Leverkusen.
Gian Luca Cocola