Una situazione di siccità che pare ancora più allarmante, considerando che l’estate con le sue temperature, potrebbe rivelarsi infernale per colpa degli incendi
Mai così male dal 1975, in termini di precipitazioni. L’acqua scarseggia, e rispetto a 40 anni fa, lo scenario ambientale è anche nettamente cambiato, aggravatosi nel corso del tempo. Cementificazione, scarichi industriali, smog, abusivismi vari, hanno portato il pianeta ad una lenta, ma neanche troppo, rottura degli equilibri, del nostro ecosistema.
Il Fiume Po, si presenta al minimo storico e dai fondali emerge di tutto, compreso un mezzo militare tedesco della Seconda guerra mondiale. Tra il fiume più grande d’Italia ed il Lago di Como si contano 3 miliardi di metri cubi di acqua in meno. La crisi idrica ha delle complicazioni gravissime in termini di sicurezza e salute, e sta mettendo in ginocchio anche i comparti agroalimentari e le colture, che già vivono le difficoltà dovute ad approvvigionamenti e caro energia.
I più grandi bacini idroelettrici montani iniziano ad avere gravi problemi causati dal mancato scioglimento dei ghiacciai, scomposti con l’innalzamento delle temperature. In molte località alpine lo spessore nevoso è diminuito dell’80%. Nel centro nord le precipitazioni sono state scarsissime, in alcune zone di Lombardia e Piemonte è piovuto meno di un metro d’acqua in tutta la stagione invernale.
Una situazione di siccità che pare ancora più allarmante, considerando che l’estate con le sue temperature, potrebbe rivelarsi infernale per colpa degli incendi che, come ogni anno, flagellano soprattutto le regioni del sud, dove per un mix di inciviltà e illegalità, il fenomeno potrebbe essere
devastante. Occorre predisporre unità speciali per il contrasto di incendi, sorveglianza speciale delle aree protette e attività di desalinizzazione delle acque per avere una riserva idrica di emergenza.
Alberto Siculella