Sembra che i valori fondamentali per i quali era stata creata l’UE, nessun governo europeo sia stato in grado di realizzarli. Un’Europa forte ed unita appare come uno sfumato miraggio posto su un orizzonte lontano
Un recente intervento molto deciso ed incisivo per i suoi contenuti, ha visto protagonista Mario Draghi impegnato, in questi giorni, nella Settimana parlamentare europea svoltasi a Bruxelles.
Ma prima di commentare le parole a tratti sferzanti, dell’ex Presidente della Banca centrale europea e dell’ex Presidente del Consiglio italiano, vorrei, prima di tutto, illustrare il contesto sociale ed economico europeo e mondiale in cui si stanno sviluppando queste situazioni, tema dell’intervento del nostro ex Premier.
L’ Europa, e non da oggi, è un continente in continuo e lento declino, sotto molti punti di vista.
La culla della cultura, dei valori etici, all’ avanguardia della rivoluzione industriale ed economica, che per molti anni ha contraddistinto il nostro Continente agli occhi del resto del mondo, è ormai sempre più un pallido ricordo.

Fonte: Ius In Itinere
L’ economia è sempre meno florida e competitiva rispetto alle grandi economie dei paesi emergenti mondiali; la Germania, locomotiva economica trainante in Europa, è al terzo anno consecutivo di recessione. La natalità nella UE è sempre più bassa con l’Italia protagonista in questo triste primato e la forza lavoro è vincolata ormai, specialmente nei lavori più umili, alle centinaia di migliaia di immigrati alla ricerca di stabilità, casa e lavoro.
Se questo trend non verrà interrotto, tra vent’anni in Europa si perderanno milioni di abitanti con conseguenze economiche e sociali facilmente immaginabili. La nascita dell’Unione Europea, la creazione dell’Euro, la moneta unica europea, in questo senso, non ha cambiato questo inesorabile declino che, ad oggi, mette in grande discussione la validità e l’efficacia della UE stessa, così come oggi è concepita.
In questo contesto di estrema vulnerabilità e fragilità si inseriscono anche le parole e le prime mosse del Presidente Trump che hanno ulteriormente evidenziato queste caratteristiche e che dimostrano la grande attuale debolezza europea.
La “strigliata” di Mario Draghi alla Commissione europea è un monito di grande importanza e valore rispetto ad una politica troppo timida e mancante di progettualità ed innovazione. Nel discorso di Draghi, che ha avuto a mio parere poco risalto visti i contenuti molto attuali e scottanti, si sottolinea come l’Europa dica no a qualsiasi politica di innovazione e rilancio, con una esortazione finale molto esplicativa e sferzante.

Fonte: Euronews
“Avete detto no al debito pubblico, avete detto no al mercato unico, alla creazione dei mercati dei capitali – ha affermato Mario Draghi – non si può dire no a tutto”. E conclude: “Quando mi chiedete cosa sia giusto fare o no fare ora vi rispondo che non ho idea ma fate qualcosa!”.
Sembra ormai evidente che i valori fondamentali per i quali era stata creata la UE, nessun governo europeo sia stato in grado di realizzarli e che per confrontarsi e sfidare i grandi colossi economici, come America e Cina e i nuovi Paesi ed economie emergenti, serva una Europa forte ed unita, idea che oggi appare come uno sfumato miraggio posto su un orizzonte lontano.
Il discorso di Mario Draghi, inserito nel contesto della politica estera del neo eletto Presidente Trump e nelle trattative di pace del conflitto Ucraina-Russia dove l’ Europa sta giocando un ruolo subalterno, deve essere un chiaro monito e motivo di profonda riflessione per tutto il Continente.
Filippo Gesualdi