Analisi della situazione in cui versa il martoriato M5S
Appare chiara ormai l’inarrestabile discesa del MoVimento. A scagliarsi inesorabilmente sulla creatura grillina questa volta è stata la sentenza del Tribunale di Napoli che, il 3 febbraio scorso, sospende la delibera con la quale si approvava il nuovo statuto pentastellato. A rimetterci è stata la leadership di Conte, spodestato dal suo ruolo di presidente del partito. La notizia, tra l’altro, giunge alla cronaca in un momento già segnato da una crisi interna scaturita dall’atteggiamento sempre più conflittuale tra le due figure di spicco del MoVimento: Conte e Di Maio. Quello che accade tra i ranghi della prima forza parlamentare assume tutti i connotati di una lotta intestina che, unitamente ai processi giudiziari, rischia di ridurre all’osso quel consenso che dal 2018, a causa di numerose vicissitudini, non fa altro che scendere. Sarebbe inutile dire che, allo stato attuale dei fatti, la luce in fondo al tunnel, semmai ci fosse, appare lontana.
La reputazione del MoVimento è, mai come oggi, messa alla prova. Quel futuro in cui i pentastellati
rischierebbero di perdere circa due terzi degli elettori spaventa anche il PD, e non poco. Da tempo
assistiamo al progressivo avvicinamento da parte dei democratici nei confronti di quella che altro non sarebbe se non una stampella elettorale. Eh sì perché i due partiti, al netto di qualche istanza, non avrebbero nulla da spartire, se non la sopravvivenza alla destra che sembra prendere sempre più campo.
La strategia del partito guidato da Letta, non fondandosi evidentemente su reali capacità politiche ma, al contrario, su meri dati numerici, risente inevitabilmente delle problematiche interne del MoVimento. E guai a considerare tali accadimenti come una possibilità di rivalsa, fornendo l’alternativa agli ormai ex elettori del partito di Conte, sempre che sia quest’ultimo a mantenerne la guida.
Così la presunta coalizione di centro-sinistra subisce un altro duro colpo da cui, a guardare gli attori in campo, sarà difficile riprendersi. Il destino dei due partiti sembra essere maledettamente intrecciato in una spirale che non lascia presagire nulla di buono.
Alberto Fioretti