Cicalone conto i borseggiatori, è giustizia privata?
La metropolitana di Roma ha il suo giustiziere. Si tratta di Simone Ruzzi, noto a tutti con il suo nome d’arte, Cicalone. L’ex pugile romano di cinquant’anni si è fatto conoscere al grande pubblico già da qualche anno grazie a YouTube, su cui ha aperto il suo canale “Scuola di botte”.
Grande successo ha avuto la sua rubrica di “quartieri criminali”, nella quale grazie all’aiuto dei suoi collaboratori raccontava e denunciava le situazioni di degrado riscontrate nelle zone periferiche della capitale. I video sulle condizioni della zona della Stazione Termini, tra tutti, hanno contribuito alla fama di Cicalone, tanto da sollecitare talvolta un intervento delle autorità competenti. Ma proprio i racconti sulla stazione centrale di Roma hanno messo in luce i metodi usati da Cicalone e dalla sua troupe, spesso coinvolta in episodi di violenza e piuttosto disinvolta nel venire alle mani con i senzatetto che si rifugiano nei pressi della stazione.
Ma nell’ultimo periodo lo youtuber romano è tornato alla ribalta con i suoi video girati all’interno della metropolitana di Roma, in cui, accompagnato dai pugili Mattia Faraoni e Mattia Pileggi, difende i cittadini della capitale dai borseggiatori. I video mostrano come i borseggiatori, colti dalla troupe di Cicalone a derubare i passeggeri, vengano inseguiti nel tentativo di fuggire e spesso addirittura bloccati dagli uomini dello youtuber. Inutile dire che spesso la situazione precipita e non sono rari gli episodi di colluttazioni e scontri fisici tra i borseggiatori e il team di Cicalone.
Fonte: Il Tempo
I contenuti pubblicati da quest’ultimo hanno avuto un enorme eco mediatico, tanto da portare lo youtuber a discuterne nei salotti televisivi italiani ed essere citato dal Washington Post e da altre testate internazionali. Inevitabilmente, il fenomeno Cicalone ha spaccato l’opinione pubblica (e in alcuni casi anche la politica) italiana, divisa tra chi elogia l’attività sociale di Cicalone e chi, invece, ne mette in dubbio la legittimità e ne contesta i metodi aggressivi. In particolare, i detrattori dell’ex pugile definiscono le sue attività come vere e proprie aggressioni e denunciano e maniere “squadriste” utilizzate durante le ronde nella metropolitana. Tutte accuse respinte da Cicalone, che nega l’esistenza di aggressioni e che, al contrario, si sente vittima della violenza usata dai borseggiatori nei suoi confronti e dei cameramen, intenti semplicemente ad indagare sulla rete criminale che pervade la metropolitana. Ma la sua versione sembra fare acqua da più parti.
Lo youtuber romano, tutt’altro che uno sprovveduto, cerca di attirare le simpatie del pubblico social (e non solo) inimicandosi una categoria, quella del borseggiatore, che nessuno oserebbe difendere. Chi, infatti, ha il coraggio di schierarsi dalla parte di chi ruba i cittadini onesti che utilizzano la metropolitana? Ma, ad opinione di chi scrive, non è questo il punto. Bisognerebbe domandarsi quale sia l’intento dello youtuber romano e se sia veramente lui a doversi occupare di tali questioni. Dai video pubblicati sul web sembra, infatti, che le intenzioni di Cicalone siano solamente in minima parte di denunciare una situazione su cui nessuno ha il coraggio e la forza di intervenire. Intenzione che, ad onor del vero, si riscontrava nei più apprezzabili video sulle periferie romane.
L’obiettivo pare quello di far parlare di sé scontrandosi, con metodi spesso intimidatori, con i singoli borseggiatori che il giorno dopo sono nuovamente tra i vagoni per rubare. Ma ciò su cui occorre riflettere è sull’opportunità di tali video. Non è in dubbio la legittimità, e quindi la legalità dell’attività di Cicalone, bensì l’opportunità di sostituirsi alle forze dell’ordine, alle quali è demandata la gestione dell’ordine pubblico. Che tale gestione sia carente è fuori da ogni dubbio, ma l’alternativa non può essere rappresentata dalla forma di giustizia privata che sembra trasparire dai video di Cicalone.
Fonte: Affari Italiani
A dir la verità, l’attività dello youtuber romano ha incoraggiato il Comune di Roma a dispiegare una sorta di task force contro i borseggiatori, ma appare come una misura temporanea dettata dall’eco mediatico ottenuto da Cicalone. Appena esso svanirà, i furti torneranno alla “normalità” e di tutto ciò rimarrà solamente la violenza tra gli uomini di Cicalone e i borseggiatori della metro.
Giulio Picchia