Le foto di Carlo Verdone in mostra all’Auditorium
All’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone fino al 2 marzo 2025 sarà possibile visitare la mostra fotografica “Il Colore del Silenzio” di Carlo Verdone, realizzata in collaborazione con la Fondazione Elisabetta Sgarbie la Milanesiana.
Per la prima volta uno degli attori più amati di sempre espone le sue immagini scattate negli anni, in un percorso nato da un’idea di Elisabetta Sgarbi, che ha curato la raccolta e la mostra, prima al Museo Madre di Napoli, poi allo Spazio Novecento a Torino e finalmente a Roma, nella sua città.
La fotografia è una passione che ha caratterizzato la vita di Carlo Verdone fin dagli anni Novanta, affascinato dagli elementi naturali immortalati in ogni occasione nel tempo libero dal set.
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Il Colore del Silenzio– Fonte: Laura Spadella
Sfogliando un libro del padre Mario, che era un grande collezionista di foto e amante dell’arte astratta, rimase colpito dall’immagine di un dipinto del futurista Luigi Russolo intitolata “Lampi”. Le sue foto, infatti, guardano al cielo osservandone il cambiamento continuo, e traendo impulso dalla pittura di altri grandi artisti come Tiepolo, Monet, Turner e Constable.
Allo stesso modo anche la musica è stata una componente fondamentale d’ispirazione. Da Brian Eno, con le sue composizioni strumentali elettroniche, a David Sylvian, al cui brano Answered Prayers è dedicata una foto. Così come le due immagini che rendono omaggio a Yoko Ono, un ringraziamento per il quadro che lei aveva dipinto il giorno dopo la morte di John Lennon, di cui Verdone è da sempre un grandissimo ammiratore, e che è riuscito dopo tanti anni ad acquistare.
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Omaggio a Answered Prayers di David Sylvian – Fonte: Laur Spadella
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Omaggio a Yoko Ono – Fonte: Laura Spadella
Carlo Verdone ha fissato nelle sue immagini dei momenti irripetibili che lo hanno colpito mentre osservava il cielo e la natura: un temporale, un sole che tramontava, un’alba che sorgeva, il mare, la nebbia. Mai una persona, solo la natura. Immagini e contemplazione.
Attore, sceneggiatore, regista. Il suo lavoro è meraviglioso, ma sempre pieno di suoni, rumori, tantissime persone che corrono avanti e indietro per le riprese, tra attori e addetti ai lavori. A questo frastuono allegro e creativo si contrappone un Verdone malinconico e riflessivo nelle foto che sono ospitate nelle stanze della mostra. La natura che cambia continuamente, dipingendo colori e disegnando forme, mostrandosi con albe e tramonti ogni volta diversi e magnifici, bellissimi e inquietanti allo stesso tempo. Il mare d’inverno, le nuvole, gli alberi inclinati dal vento.
Nessun corso di fotografia, ma solo la passione e la voglia di cogliere e fissare per sempre dei momenti di riflessione in solitudine e nell’osservazione della natura. Attraverso ogni scatto Verdone racconta una parte di sé, un suo stato d’animo che riesce sapientemente a restituire attraverso le foto, trasmettendo le sue sensazioni e i suoi sentimenti. Così come le nuvole nel cielo cambiano in continuazione, anche l’animo umano è soggetto a repentini mutamenti, e quello che viene fuori dalle foto è proprio il senso di tutta la mostra: “preghiere senza parole”, come l’autore stesso definisce le proprie foto.
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Ostia – Fonte: Laura Spadella
È un altro Carlo Verdone questo: intimo, riflessivo, malinconico, profondo. Completamente diverso dall’attore con il quale siamo cresciuti e che, soprattutto a Roma, citiamo quasi tutti i giorni, conoscendo le battute dei suoi film a memoria e ripetendole ogni volta che se ne presenti l’occasione. Questa volta è contemplativo e rivela la sua vera essenza, silenziosa e poetica, in contrapposizione alla folla dei set cinematografici. Più di quaranta fotografie che cercano solitudine e silenzio nei cieli di Roma, del litorale e della Sabina dove si rifugia appena possibile.
La potenza della natura in primavera, autunno e inverno, le sue stagioni preferite perché è in queste che si verificano i maggiori contrasti atmosferici. La solitudine e la riflessione, le nuvole, i colori infuocati dei tramonti sulla capitale, il silenzio delle immagini che si esprimono potenti, un nuovo Carlo Verdone che stupisce e colpisce per la bellezza delle immagini e per quello che trasmettono. E lui: “Questo non è cinema. Questo sono io”.
Laura Spadella