Fino al 26 gennaio al Teatro dè Servi di Roma

Un Pirandello sempre attuale quello portato in scena al Teatro dè Servi di Roma, grazie alla regia accurata di Luca Ferrini e degli attori che lo hanno accompagnato sulla scena. La storia delle vicende familiari di Beatrice, moglie del cavaliere Fiorica, che sospetta una relazione extraconiugale tra il marito e Nina, la giovane moglie dello scrivano Ciampa, non rappresenta certo una novità nel panorama teatrale e nella vita quotidiana.

Da sempre le vicende amorose e la gelosia hanno attratto la vena artistica, di scrittori, pittori, scultori, musicisti e così via, prima di diventare oggetto di studio di sociologi, antropologi, psicologi. Ma la specificità pirandelliana, come sempre, è quella di manifestare una cifra drammaturgica di altro e di alto spessore: la vicenda è l’occasione per sviscerare ancora una volta un tema centrale della drammaturgia e direi del personale copione esistenziale dell’autore siciliano.

Fonte: Facebook – Alessandra Mortelliti

L’interrogativo, anche in questa commedia, è quello della possibilità o meno di distinguere, separare, scoprire le possibili maschere dell’individuo sul palcoscenico della vita. Il tema della maschera richiama alle origini del teatro, a quella definizione greca di persona che sintetizza come i vari ruoli nella vita di tutti i giorni costringano gli individui a continui cambi di maschere e quindi di comportamenti e di relazioni.

In questo testo Pirandello utilizza in modo originale due metafore: quella del berretto con i sonagli, copricapo tipico dei giullari di corte, dei saltimbanchi e anche della matta delle carte da gioco o dei tarocchi e per come rappresentata dalla tradizione popolare e quella delle tre corde. Queste ultime sono presenti in tutti gli individui e possono essere tirate in circostanze diverse, rendendo l’individuo ora burattino ora burattinaio: la corda civile è quella che permette di vivere in società mantenendo le apparenze; la corda seria è quella della ragione, della riflessione profonda e della verità; la corda pazza è quella che, se tirata, porta alla follia e alla perdita del controllo.

Fonte: Roma Pop

E queste tre possibili condizioni vengono rappresentate nell’opera pirandelliana. La regia di Luca Ferrini, che ha utilizzato esteticamente un ammodernamento dei personaggi per renderli più attuali, punta molto sugli spigoli caratteriali e drammaturgici degli stessi, portandoli ad una dialettica talvolta serrata, con punte di rappresentazione di elementi retorici e con qualche venatura caricaturale per esaltare le contraddizioni della vita quotidiana e del nostro viverla.

Tutti gli attori (Alessandra Mortelliti, Giovanni Prosperi, Paola Rinaldi, Andrea Verticchio, Marianna Menga, Antonia Di Francesco, Veronica Stradella e lo stesso regista Luca Ferrini) si presentano a proprio agio nella rappresentazione dei personaggi e dei substrati emotivi che li guidano sulla scena.

Giuseppe Fabiano

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