Che impatto possono avere i Green Bond varati nell’ambito del Next Generation EU?
12 miliardi di euro: ecco la cifra raccolta, più di un anno e mezzo fa, nel giorno del lancio dei Green Bond comunitari sul mercato azionario, a cui aggiungere una richiesta di quasi 135 miliardi, record assoluto. Ma non è che l’inizio, infatti, con una somma prevista di 250 miliardi di euro il NextGenEU green bond programme ha reso l’UE il maggior erogatore di obbligazioni sostenibili al mondo.
Un exploit per certi versi prevedibile considerando il comportamento dei mercati in seguito alla pandemia: basti pensare che nel 2020 il mercato relativo ai Sustainability-linked bond ha raggiunto una valorizzazione di 760 miliardi di dollari (+29%), trend accentuato nel 2021 quando nei soli primi sei mesi le nuove emissioni hanno toccato i 660 miliardi.
Fonte: EconomiaCircolare.com
Al fianco di tale politica economica, a marzo 2022 è finalmente entrato in vigore il Sustainable Finance Disclosure Regulation, regolamento UE con l’obiettivo di armonizzare le regole europee sulla valutazione dei rischi di sostenibilità, renderle più trasparenti agli investitori finali e combattere il fenomeno del Greenwashing.
Nello specifico, di interesse sono gli articoli 8 e 9 i quali si concentrano rispettivamente nel favorire prodotti che promuovono, tra le altre, peculiarità ambientali e sociali – a condizione che le aziende garantiscano prassi di “buona governance” – e prodotti finanziari che generino un impatto sostenibile seguendo un indice come parametro di riferimento.
Come testimoniato dalle scelte di Blackrock, maggiore società d’investimento al mondo, di puntare sugli investimenti sostenibili – anche, se non soprattutto, perché più redditizi – pare che essi siano divenuti parte integrante della finanza europea; alla politica, pertanto, non resta che supervisionare la spesa effettiva di questi fondi, come previsto dalla stessa Commissione europea che relazionerà sull’uso e gli impatti dei denari raccolti, contemplando anche una perizia conclusiva.
La via è stata tracciata, si spera sia percorsa anche a livello globale, chissà, proprio come un terzo degli acquirenti dei Green Bond è UK-based, magari il prossimo Green Deal sarà proposto dall’India.
Alberto Fioretti