Cosa pensare dell’efficacia e popolarità del governo tedesco di unità nazionale a due anni dal suo insediamento?
Quando era nata una nuova coalizione in Germania sotto il segno dell’emergenza pandemica il paese si trovava, almeno secondo i protagonisti che diedero vita a quell’esecutivo, in un’affannosa corsa verso una soluzione politica che mettesse d’accordo i Socialdemocratici, i Verdi e i Liberali della Fdp.
I temi sui quali il nuovo governo tedesco si sarebbe giocato la sua credibilità riguardavano in particolare la geopolitica, l’economia e l’ambiente, sembrava quindi molto difficile prevedere una traiettoria futura chiara sull’operato del governo tedesco. Era però scontato che, in un momento di simile emergenza, tra le forze politiche in gioco si venisse a creare un fragile equilibrio di intenti.
Fonte: Startmag
Le immagini della futura Germania infatti erano due. I Liberali, fedeli alle posizioni di rigida ortodossia economico- finanziaria a livello europeo, vedono il loro paese a fianco ai paesi “frugali” come vigile guardiano delle dinamiche economiche.
La Spd e i Verdi invece rilanciavano un’idea di Germania nuova, leader d’Europa e pioniera di una vera transizione ecologica. La sfida dell’allora neocancelliere tedesco, Olaf Scholz, non sembra per niente agevole. Il suo compito era quello di fare da arbitro tra due visioni apparentemente poco conciliabili.
In più l’ombra di Angela Merkel, la lady di ferro tedesca, sembrava poter intralciare la transizione di governo, facendo ombra a tutti i politici coinvolti nell’accordo.
L’era merkeliana, infatti, si era contraddistinta per aver trasmesso unità e coesione all’interno della Germania e non solo, per Scholz quindi era ancora più complicato non deludere le aspettative dei tedeschi. Tanti interrogativi ruotavano intorno alla nuova cancelleria, interrogativi che necessitavano di risposte rapide e precise ai fini di garantire stabilità alla Germania e all’Europa tutta.
Analizzando retrospettivamente queste legittime speranze ci viene da affermare, visti gli scarsi risultati riportati dall’esecutivo e la tanta delusione conseguente, che la Germania non ha trovato una nuova guida capace di rimpiazzare la signora Merkel.
Alberto Fioretti