Quando ci preoccuperemo di formare un popolo europeo che si riconosca in una bandiera azzurra con un cerchio di stelle?

Abbiamo assistito ad una grande manifestazione, affascinante come sempre, incastonata in una città bella e blindata. Si vedono sport di tutti i tipi ed anche quelli che meno ti piacciono diventano attraenti per il livello tecnico eccezionale degli atleti in gara. Come sempre sono riusciti ad inquinarli con un po’ di politica ed una dose insopportabile di ideologia. Pazienza.                 

Il mondo politico e giornalistico si è poi coperto di ridicolo invocando la “Pace Olimpica”, attrezzo da secoli riposto in magazzino e coperto di ruggine. Ma se si invoca la “Pace Olimpica” come si può oscurare la bandiera di un paese belligerante. Davanti all’offesa più grande, quella di negare i simboli del proprio stato a qualcuno, mentre tutti i vincitori piangono sotto i propri vessilli, si può chiedere a questo qualcuno uno sforzo di pace? Chi vuole la pace tende la mano al nemico, non lo offende.

Fonte: Euronews.com

La cosa però che mi ha colpito di più è stato il suono dell’inno americano con annesso alzabandiera a stelle e strisce. In quel momento nessuno, statunitense o no, si è chiesto e si chiede se l’atleta sul più alto gradino del podio sia texano o del Nevada, della sponda est o di quella ovest. È solo un americano che si commuove mettendosi una mano sul cuore. Gli europei, invece, si vantano, come sui nostri giornali, che finalmente il medagliere italiano è stato superiore a quello tedesco e, diciamoci la verità, non abbiamo amato i successi francesi ed avremmo desiderato vincessero altri.

L’Europa si preoccupa di tutto, di spiagge e di sostenibilità, di agricoltura e di concorrenza, di fisco e di bilancio. Quando ci preoccuperemo di formare un popolo europeo? Un popolo che si riconosca sotto una bandiera azzurra con al centro un cerchio formato da stelle. E se è vero che è stato bello vedere le nostre azzurre della pallavolo, con tante immigrate, cantare l’inno d’Italia è pur vero che tra loro c’era una splendida ragazza, la Orro, di origine sarda, e nel palazzetto sventolavano diversi vessilli con i quattro mori. Ma l’abbiamo fatta questa Italia?

Fonte: Il Cittadino di Lodi

E siamo così sicuri che il modo migliore per creare gli europei sia quello di affamare i greci, perché a loro non tornano i conti, accettare il direttorio franco – tedesco, massimo artefice del sentimento brexit in Inghilterra, o un patto di stabilità che è voluto da alcuni e che strozza altri? Non credo questa sia la via. La verità è che l’europeismo, ormai indispensabile alle nostre economie, è una vera ipocrisia. Vorrei sapere da ognuno di voi quanti anni ci vorranno perché un tedesco si senta prima europeo e poi tedesco. E quando questo dovesse accadere con un modello europeo pangermanico la storia si interrogherà a lungo, come fece ed ancora fa sull’unità d’Italia per mano sabauda, se l’unione europea abbia rappresentato la conquista dell’Europa stessa, per via economica anziché militare, da parte della Germania o la libera unione tra Stati.

L’integrazione in Italia è stata rappresentata più da una partita di pallavolo che dal chiacchiericcio politico. Quando cominceremo a costruire simboli europei riconosciuti da tutti inizieremo il percorso dell’unità dei nostri popoli, percorso ancora non iniziato.

Ferruccio Zappacosta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *