Al Museo di Roma in Trastevere fino al 7 settembre 2025 l’epopea per immagini di Frigidaire, la più rivoluzionaria rivista di satira artistica e fake-news che l’Italia abbia mai prodotto

Per chi nel 1980 non avesse avuto ancora l’età della ragione la rivista di nome Frigidaire non susciterà nulla, ma siamo quasi certi che la stragrande maggioranza dei più fedeli lettori del Corriere di Roma abbia sfogliato più di una volta le pagine di Frigidaire anche solo per curiosità.

Si è trattato di un fenomeno del panorama editoriale che non è passato inosservato ben oltre i nostri confini nazionali, nato dall’unione di più menti creative, che non si ponevano limiti di alcun genere, fra cui i mai dimenticati Andrea Pazienza (scomparso nel 1988, quasi certamente a causa della sua tossicodipendenza), Massimo Mattioli (morto nel 2019) e Tanino Liberatore.

La rivista Frigidaire fu fondata dopo un anno di conciliaboli tra Stefano Tamburini (trovato morto per overdose nel 1986, aveva fondato e diretto la rivista di fumetto underground Cannibale), Vincenzo Sparagna (che faceva parte della direzione della rivista satirica Il Male) e Filippo Scozzari. L’idea era quella di manipolare arte, satira, musica, politica, letteratura, filosofia, fumetto e un giornalismo fuori dai canoni tradizionali per creare qualcosa di nuovo e molto, ma molto, scandaloso.

Foto gentilmente autorizzata dagli organizzatori della mostra e da Zètema Progetto Cultura

Quando il progetto prese corpo è il disegnatore e fumettista Andrea Pazienza che presenta la rivista in occasione del Lucca Comics: il primo numero esce in edicola il 28 ottobre 1980, 84 pagine in formato magazine e la copertina dedicata al gruppo musicale americano dei Devo, che irrideva ai tic della società benpensante con canzoni critiche e pungenti. Anche l’irriverenza di Pazienza fece scalpore a Lucca, che si esibì davanti al pubblico con una siringa, mimando di farsi il buco da eroina.

In conferenza stampa, lo scorso 18 marzo, per inaugurare la mostra al Museo di Roma in Trastevere, fa gli onori di casa Ilaria Miarelli Mariani, la direttrice dei Musei Civici della Sovrintendenza capitolina, che lascia la parola al mattatore e fondatore di Frigidaire, Vincenzo Sparagna (78 anni) dalla fluente chioma canuta e analoghi baffoni. Con un look coloratissimo da indiano metropolitano, ci conduce idealmente a fare un tuffo storico in pieno 1977.

Foto gentilmente autorizzata dagli organizzatori della mostra e da Zètema Progetto Cultura

Quando gli chiediamo se non si sente un sopravvissuto di Frigidaire, accetta il complimento e spiega che oggi Frigidaire rivive nella Repubblica marinara in montagna di Frigolandia, la comunità a Giano nell’Umbria (in provincia di Perugia), dove lui stesso risiede con i suoi famigliari, gli amici e gli accoliti. Frigolandia dispone di un falso “Consolato” che rilascia falsi “passaporti” per cento euro ai visitatori che vogliano frequentare la comunità, soggiornarvi e partecipare alle iniziative.

Sparagna ci spiega che oltre al numero speciale di Frigidaire, pubblicato in occasione della mostra romana, l’attività della redazione prosegue attraverso un network di giovani fumettisti e grafici che collaborano alla produzione della rivista e anche alla pubblicazione del mensile di satira Il nuovo Male. Il coordinamento redazionale è curato da Maila Navarra (artista grafica), braccio destro di Vincenzo Sparagna da una vita. Lui, invece, si limita a fare il direttore-dittatore-ammaestratore, come ha sempre fatto.

Foto gentilmente autorizzata dagli organizzatori della mostra e da Zètema Progetto Cultura

Bisogna calarsi nello spirito della satira per pura goduria per capire le canzonature e gli scherzi messi in atto da Frigidaire nel periodo d’oro. Ancor prima del 1980, Sparagna si inventò le false prime pagine di alcuni famosi quotidiani e fu allora che le copie di queste beffe editoriali schizzarono fino a 50mila copie a numero e il confine fra vero e falso cominciò a barcollare.

Nel maggio del 1979, ad esempio, le finte prime pagine di Paese Sera, La Stampa e Il Giorno parlavano del clamoroso arresto dell’attore Ugo Tognazzi. “È il capo delle Br, primula rossa del terrorismo”, titolavano. Tognazzi, uno a cui notoriamente piaceva scherzare, si era prestato davvero a farsi fotografare, ammanettato tra finti carabinieri che lo trascinavano via.

Ci furono poi una serie di falsi internazionali, diffusi clandestinamente oltre la cortina di ferro. Quello in Polonia, del giugno 1979, che parodiando Trybuna Ludu (Tribuna del Popolo), l’organo del Partito Operaio Unificato Polacco, annunciava lo scioglimento del partito allora al governo. Racconta Sparagna: “Lo distribuimmo a Cracovia e Varsavia, inseguiti dalla polizia, durante la prima visita di Papa Giovanni Paolo II. Il titolo era: Sciolto il Poup, Karol Wojtyla sul trono di Polonia”.

L’anno successivo, durante i giochi olimpici di Mosca, Sparagna e combriccola distribuirono un falso numero della Pravda (Verità), il quotidiano del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, che annunciava lo scioglimento dell’Urss (anticipando di un decennio ciò che accadde davvero). Egualmente profetico fu “Basta con la guerra! Tutti a casa!”, il titolo che apparve il 2 novembre 1983 sotto la testata di Krasnaja Svezda (Stella Rossa), organo ufficiale delle truppe sovietiche di occupazione in Afghanistan. Sparagna e i suoi, entrando da Peshawar (Pakistan) travestiti da islamici, andarono ad affiggere sui muri di Kabul, che era occupata dai sovietici, alcune copie della falsa Stella Rossa. Successivamente altre copie furono distribuite a Berlino est e in tutto l’est europeo, Mosca compresa.

Foto gentilmente autorizzata dagli organizzatori della mostra e da Zètema Progetto Cultura

Sparagna, infatti, si considera il vero liberatore sia dell’Afghanistan occupato dai russi, che dei paesi dell’Europa dell’est dai regimi liberticidi. Scherzerà? Con un tipo così non si sa mai.

Daniela Binello

Foto gentilmente autorizzata dagli organizzatori della mostra e da Zètema Progetto Cultura

Info: Museo di Roma in Trastevere

dal martedì alla domenica ore 10-20

(lunedì e 1° maggio chiuso)

piazza di Sant’Egidio 1/b, Roma

www.museodiromaintrastevere.it

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