Si parla di educare i giovani contro il razzismo, il sessismo, la discriminazione, la violenza in genere e poi si invita su un palco “istituzionale” chi lancia messaggi completamente opposti. Questo il vero controsenso di una società che sta perdendo la sua identità e tutti i più importanti punti di riferimento
Feste di piazza, cantava Edoardo Bennato, noto cantautore napoletano, in una sua famosa canzone degli anni 70. Da quegli anni, ormai così lontani, abbiamo visto passare tante feste e concerti dal Circo Massimo alle estati romane dell’indimenticabile assessore Renato Nicolini, passando per il concertone del primo maggio a piazza San Giovanni. Sono passati tanti cantanti, personaggi più o meno famosi, meteore.
Sono stati scritte e dette tante recensioni, giudizi, polemiche in tutti questi anni ma credo che mai, come in questa occasione, sia evidente e improrogabile porsi un profondo spunto di riflessione su quanto accaduto. Parliamo del tradizionale concertone di Capodanno 2024/25, organizzato dal comune di Roma, che si svolgerà al Circo Massimo.
Fonte: Roma Pop
Tra gli altri cantanti invitati dal Comune ad esibirsi sul palco era stato scelto il noto rapper romano, Tony Effe, pseudonimo di Niccolò Rapisarda. Poi, solo in un secondo tempo, il Comune di Roma ha ritrattato questo invito, suscitando veleni e polemiche e la solidarietà di altri rapper chiamati che hanno rifiutato l’invito in segno di protesta.
Questo rapper, Tony Effe, molto conosciuto e osannato dai giovanissimi, è stato già in passato protagonista di episodi di violenza, coinvolto in varie risse e in vergognosi insulti razzisti, lanciati via social, verso altri rapper di colore. Ma il vero problema di questo rapper non sta tanto nel suo comportamento, quanto nei messaggi lanciati attraverso i testi delle sue canzoni che incitano alla violenza e al sessismo. Ho avuto modo di ascoltare e leggere in questi giorni alcuni brani cantati da questo giovane che prima di questo fatto di cronaca ignoravo completamente e li reputo veri inni alla violenza e al degrado umano.
Fonte: Vanity Fair
Nessuno deve vietare al prossimo di esprimere la propria arte e le proprie idee ma trovo incomprensibile che una qualsiasi Istituzione pubblica, possa invitare a cantare un rapper che esprime certe tematiche in totale controtendenza con le attuali politiche sociali e di educazione civica.
Si parla e si discute molto di educare le persone, soprattutto i giovani, contro il razzismo, il sessismo, la discriminazione, la violenza in genere e poi si invita sul palco a brindare al nuovo anno chi lancia messaggi completamente opposti. Questo il vero controsenso, a mio avviso, di una società che sta perdendo la sua identità e tutti i più importanti punti di riferimento, ondeggiando pericolosamente in un mare in tempesta, senza esperti marinai a bordo.
E già si scatenano i soliti noti, gente troppo spesso politicizzata e obnubilata dal suo credo,
che parlano di vergognosa censura all’ arte e alla libera espressione. Nessuno potrà mai vietare a Tony Effe di esibirsi sul palco per i suoi fan ma invitarlo ad un concerto che possiamo definire “Istituzionale”, mi sembra un teatro dell’assurdo.
Fonte: Adnkronos
“Tutto è finito- cantava Edoardo Bennato nel suo “feste di piazza” – si smonta il palco in fretta, perché anche l’ultimo degli addetti ai lavori ha a casa, qualcuno che l’aspetta”.
Buon Natale e buone Feste a tutti
Filippo Gesualdi