Pensavamo di essere arrivati al capolinea, di averle viste tutte, ed invece ecco la guerra, come fino ad oggi non l’avevamo mai vista
Pandemie, guerre, ritorno al carbone, come dalle grandi crisi non cogliere nessuna opportunità.
Pensavamo di essere arrivati al capolinea, di averle viste tutte, ed invece ecco la guerra, come fino ad oggi non l’avevamo mai vista. Nell’era dei social, la comunicazione, i video, le foto che ci arrivano, documentano tutto ciò che sta succedendo da punti di vista che non avremmo mai voluto conoscere.
L’umanità che evapora sotto i colpi di strategie geopolitiche, militari ed economiche che, al di là di come la si possa pensare, diventano solo pretesti, dichiarazioni, ipocrisie e crimini.
La pandemia aveva, almeno sulla carta, smosso una coscienza green, rivolta alle future generazioni. Il Next Generation EU portava in dote milioni di finanziamenti per digitale e verde, per energie rinnovabili. Una dote finanziaria totalmente fagocitata dalla speculazione, ulteriormente rinforzata dalla guerra in corso. Davanti all’ennesima catastrofe, in pochi anni, la già precaria capacità di proiettarci nel futuro, si è fatta resistenza del passato.
E così, il Governo Draghi, ha deciso di tenere in caldo, e non solo metaforicamente parlando, le centrali a carbone, per provvedere ad eventuali sofferenze negli approvvigionamenti di gas.
Eppure, il carbone sembrava una triste parentesi del passato, che tanti danni ad ambiente e salute aveva fatto. Chiuse le centrali a carbone, in favore del gas, la cui lavorazione e distribuzione inquina la metà del carbone, si sperava di avere chiuso per sempre, il dibattito sul carbone.
L’Italia consuma circa 70 miliardi di metri cubi di gas all’anno, e ne importa ben oltre la metà. Di questo gas, il 45% appartiene al consumo domestico, (31 miliardi), il restante fabbisogno è di 11,4 miliardi di metri cubi ad uso pubblico, 27,22 uso industriale.
Allo stesso modo, in Italia, produciamo da fonti rinnovabili 0,67 exajoule, mentre in Germania, ogni anno, ne vengono prodotti 2,21. A conti fatti, per coprire il consumo domestico, basterebbe arrivare a convertire i 31 miliardi di metri cubi in 1,70 exajoule, ovvero produrre da energia alternativa, la stessa quantità della Germania, per eliminare la componente più gravosa del consumo di gas in Italia.
Accelerare sulle gigafactory, convertire impianti, sburocratizzare gli investimenti e gli impieghi, rafforzare le misure di incentivo alle produzioni green, è l’unica via per sottrarsi dalla dipendenza estera di fattori che non potremo mai controllare, usando l’unica energia che non terminerà mai, quella di un ecosistema sfinito dalle nostre incapacità di cogliere le migliori opportunità.
Alberto Siculella