La nuova commedia horror della A24 che svela il lato oscuro della mitologia
Immaginate un mondo in cui gli unicorni non sono le creature magiche delicate che cavalcano arcobaleni di cui ci hanno sempre parlato le leggende. Death of a Unicorn è la nuova commedia horror della A24, distribuita in Italia da Iwonder Pictures, che svela il lato oscuro della mitologia, dove questi nobili e possenti animali diventano vendicativi e assetati di sangue.
Elliot e sua figlia Ridley sono in viaggio per raggiungere la tenuta dei Leopold, una ricca e potente famiglia per cui Elliot lavora come avvocato. Lungo il tragitto i due hanno un incidente e colpiscono uno strano animale, rendendosi conto poco dopo che fosse un vero e proprio unicorno. Mentre Elliot cerca semplicemente di insabbiare l’accaduto e si preoccupa di distruggere le prove, Ridley ha un contatto speciale con la bestia e scopre una magia rara che la legherà indissolubilmente ad essa. Padre e figlia caricano l’animale in macchina, non realizzando che però questo non è affatto morto.
Una volta giunti dai Leopold l’unicorno si risveglierà scatenando il panico. Inaspettatamente, grazie a un team di scienziati, scoprono che la carne della leggendaria creatura, ormai deceduta, e il suo magico corno hanno proprietà curative straordinarie, che l’azienda farmaceutica del magnate vorrebbe sfruttare per creare elisir miracolosi. Approfondendo la ricerca, però, scoprono anche che le loro azioni potrebbero avere conseguenze davvero tragiche, che inizialmente non avevano considerato. Death of a Unicorn è una brillante horror comedy che funge da critica sociale e politica sotto molti aspetti. Da una parte abbiamo una famiglia, quella dei Leopold, che gioca a fare dio e che è pronta a tutto pur di guadagnare qualcosa, sfruttando una specie così magica e rara senza scrupoli. Questa è la tipica immagine dell’uomo che distrugge la natura, uccide e devasta per il solo tornaconto personale, senza badare alle conseguenze che le sue azioni possono avere sul mondo circostante.
Un chiaro grido contro le aziende farmaceutiche e sperimentali e contro i magnati di quest’ultime che sottopongono ad esperimenti tremendi e terrificanti le creature viventi, con il solo scopo di guadagnare denaro e arricchirsi sempre di più. Non solo, anche il sistema sanitario americano viene toccato da questa denuncia sociale, un sistema in cui solamente i ricchi e i benestanti sopravvivono, mentre coloro che non possono permettersi le cure non vi hanno proprio accesso. La famiglia Leopold è una macchietta della società, un ambiente tossico composto da persone che non brillano per intelligenza, ma che mirano esclusivamente al vile denaro.

Fonte: IMDb
Ovviamente la natura si ribella a tutto ciò e gli unicorni si mostrano essere delle creature vendicative e carnivore, che non accettano il maltrattamento a cui sono sottoposti. L’uomo è convinto di dominare sul mondo intero, di essere l’unica razza in grado di prevalere sulle altre, quando invece, messo di fronte a tutto ciò risulta essere niente di più dell’equivalente di una formica, pronta ad essere schiacciata e uccisa.
Il lato comedy della pellicola stempera, ma non sminuisce, questo aspetto, evidenziando in maniera ancor più netta il lato infimo dell’essere umano. Da sempre le commedie horror sottintendono messaggi ben più profondi della mera superficie e Death of a Unicorn ne è un esempio lampante. Complice di ciò anche il cast eccezionale, composto da Paul Rudd, nei panni di Elliot, Jenna Ortega, in quelli di Ridley, Tea Leoni, Richard E. Grant e un fantastico Will Poulter. Tutti loro interpretano dei ruoli “tipo”, che ben si prestano a generalizzare un messaggio radicato nella società culturale. I buoni contro i cattivi, gli stolti contro i lungimiranti. Un ambiente diviso nettamente in due che porta a galla il punto di vista etico e morale, contro quello più materialista. Attraverso la violenza, tipica dei film della A24, il regista Alex Scharfam esplora e porta a galla tematiche spinose e lancia un messaggio importante contro lo sfruttamento da parte dell’essere umano della natura e degli animali. Per ottenere questo risultato, non rinuncia alla violenza visiva, con numerose scene splatter che seguono le morti assurde e catastrofiche dei protagonisti. Un modo insolito di dipingere gli unicorni che però riesce perfettamente a sprigionare una riflessione sull’uomo e sul mondo che lo circonda.
I personaggi sono ben scritti e caratterizzati, anche grazie ai dialoghi brillanti e dinamici che donano ritmo all’azione, ma soprattutto grazie alle interpretazioni accurate del cast. Death of a Unicorn è un film dai colori brillanti che contrastano con il rosso scuro del sangue umano e con quello viola delle creature magiche, dove l’azione si svolge quasi interamente in un solo luogo, in una sola notte, in un susseguirsi di eventi concitati e che tengono lo spettatore incollato allo schermo.
Unica pecca, se proprio fosse necessario indicarne una, sono alcuni aspetti della CGI utilizzata per riprodurre gli unicorni che, in alcuni punti, risulta posticcia e fin troppo irrealistica. Togliendo questo aspetto però, che non crea alcun disturbo alla visione, la pellicola risulta brillante ed equilibrata, originale e dinamica, coraggiosa e dalla sceneggiatura ben articolata.
Laura Maddalozzo