Nelle Stanze Segrete Doria Pamphilj la mostra di Chiara Lecca

Negli appartamenti segreti di Palazzo Doria Pamphilj è stata in questi giorni inaugurata la mostra “Dall’uovo alla dea”, che si potrà visitare fino al 27 aprile 2025. L’esposizione è stata sapientemente curata da Francesca Romana de Paolis con l’ausilio della Principessa Gesine Pogson Doria Pamphilj ed il marito don Massimilano Floridi, che hanno contribuito a rendere possibile l’evento nelle stanze del proprio palazzo. In collaborazione con la Galleria Fumagalli di Milano la mostra prosegue con altri lavori dell’artista all’Ospitale di Santa Francesca Romana in Trastevere. In occasione dell’evento sono stati esposti anche due dipinti seicenteschi della collezione privata della famiglia, il Venditore di meloni di Leonello Spada e la Figura maschile e cane con natura morta di fiori e frutta, di Pasquale Chiesa e Alexander Coosemans.

L’arte raffinata ed elegante di Chiara Lecca è incentrata sul rapporto tra uomo e natura, un invito a riflettere sull’appartenenza dell’essere umano al mondo animale e il contrasto con il mondo artificiale che lo circonda, con l’intento di restituire all’arte quello che la natura produce. E questo lo realizza attraverso l’utilizzo di materiali organici, come tassidermie, pelli ed elementi di animali, e inorganici come vetro, resina, porcellana. Il risultato è sorprendente. Sculture trasparenti, cristalline, marmoree, che in realtà sono ottenute dalle vesciche di bovino e di suino, o dalla muta di serpente sapientemente trattata e lavorata in perfetta fusione con il vetro. Un effetto che è possibile percepire solamente avvicinandosi alle opere, osservando attentamente e mettendo a fuoco venature, trasparenze, colori. “Tento di guardare al nostro passato evolutivo, che ha radici nel mondo naturale, i cui archetipi si proiettano fino a noi e alla società nel suo divenire”.

Il dialogo dell’arte contemporanea di Chiara Lecca con il gusto classico e baroccheggiante delle stanze di Palazzo Doria Pamphilj rendono questa mostra davvero particolare. Sembra di camminare in uno spazio senza tempo, dove le suggestioni delle opere si fondono perfettamente nella casa-museo interagendo e giocando con materiali e arredi tra Wunderkammer e mimetismo naturale. Come spiega la curatrice de Paolis, nelle opere “L’animale è sublimato attraverso l’innesto di materiali organici e inorganici assecondando le forme e le dinamiche sia del mimetismo naturale che del gusto dell’illusionismo barocco”.

Le creazioni esposte sono undici, tra installazioni, sculture, lavori singoli e gruppi composti, il tutto in totale armonia con le stanze, come se si fossero sempre trovate qui, perfettamente inserite tra mobili dell’Ottocento, libri antichi, dipinti, statue, oggetti d’arte e rarità, in una concordanza di colori e per tutto il percorso dell’esposizione.

Quest’ultimo segue il tema esoterico che ha appassionato alcuni membri della famiglia Pamphilj, in particolare il gesuita Camillo Pamphilj, nipote di papa Innocenzo X, e trova quindi ispirazione nei quattro elementi: Fuoco, Aria, Terra e Acqua. Così le sale prendono il nome di Salotto del Fuoco, dove tra i dipinti del Seicento si possono ammirare le Big Bubbles sul pianoforte, all’apparenza simili ad enormi uova di marmo, le Fake Marble e le True Fake Marble, che ricordano delle giganti pedine di scacchi, disposte con la loro imponenza davanti al camino, come se appartenessero all’insieme degli arredi da sempre, e le più piccole Still Life custodite nel vetro, che richiamano le ampolle degli antichi laboratori.

Fake Marble – Fonte: Laura Spadella

Golden Still Life è, invece, un tripudio di fiori che in realtà hanno una composizione animale, al centro della Sala da pranzo abitualmente usata dalla famiglia ed eccezionalmente aperta per l’esposizione. Si passa poi nella Sala dell’Aria, o Sala dei Bambini, dove i Purpura Snakes, tre elementi site specific, invocano un forte richiamo alla tradizione alchemica, con l’uovo di vetro, simbolo della pietra filosofale, legato al serpente qui color porpora, come il resto della sala, dove altri elementi ricordano la passione per l’alchimia, l’ermetismo e l’astrologia, come il cannocchiale appartenuto al principe Camillo Pamphilj.

Purpura Snakes – Fonte: Laura Spadella

Attraverso la Sala della Terra o Sala degli Amorini, una camera sponsale dove si celebrò nel 1838 il matrimonio tra il principe Filippo Andrea V e Mary Talbot, che ospita un altro gruppo site specific intitolato Purpura Shapes, si arriva nell’ultima sala: il Ninfeo di Diana o Sala dell’Acqua. Ed è qui che giunge a completamento il significato del percorso. L’opera Turquoise still life affiora dall’acqua di una grande vasca circolare al centro dell’ambiente le cui mura sono elegantemente affrescate in stile neoclassico. Tre statue romane del III secolo raffiguranti Venere, Cerere e Diana, personificazioni della primavera, dell’estate e dell’autunno, sono intorno alla vasca come per custodirla.

Ninfeo di Diana – Fonte: Laura Spadella

Qui si chiude il cerchio, dall’uovo si arriva alla dea, Diana, e termina un percorso fatto di richiami alchemici, illusioni, mimetismi, svelamenti di una natura apparentemente morta, ma in realtà viva, che continua a comunicare e a trasmettere attraverso le opere dell’artista in un dialogo tra il passato e il presente, tra il mimetismo naturale e l’illusionismo barocco.

Laura Spadella

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