Un’amministrazione comunale ha sì il compito di curare il centro della città ma deve anche puntare sulle periferie come “futuro” della realtà urbana
Un viaggio fotografico di trentacinque scatti è l’idea che “Roma Fotografia”, associazione volta a far conoscere attraverso le immagini storie e realtà del nostro tempo (e non), ha realizzato grazie al contributo della Regione Lazio e con il patrocinio di ATER Roma.
Un racconto che vuole accompagnare il visitatore in quelle aree urbane che poco si conoscono e che, nonostante la distanza dal centro, rappresentano un valore per qualsiasi città. Una consapevolezza degli investimenti che la Regione Lazio ha effettuato sul territorio capitolino e le trasformazioni continue di una Capitale che dovrebbe tenere in maggior considerazione borgate dove, troppo spesso, il degrado è il fattore principale che caratterizza tali realtà.
Titolo della mostra “Lazio. Una Regione in più per le periferie”, con foto realizzate da Maria Cristina Valeri, Alex Mezzenga e Gilberto Maltinti.
Una sorta di film in bianco e nero che, a mano a mano, prende colore attraverso la realizzazione di murales, aree verdi curate dagli stessi abitanti che, stanchi dell’abbandono e di tutto ciò che esso comporta, hanno deciso di rimboccarsi le maniche e di intervenire personalmente per dare alla quotidianità un livello superiore e di decoro.
Si va da Torre Gaia a Primavalle, da Centocelle a Pietralata, passando per il Tufello e Tor Bella Monica. Luoghi che da sempre hanno suscitato perplessità, disagio, timore in chi li frequentava occasionalmente o anche abitualmente.
Ebbene, ciò che la Regione Lazio ha promosso è stata la realizzazione di infrastrutture che potessero aiutare gli abitanti di quelle borgate a vivere in maniera più dignitosa, cercando di scrivere pagine nuove della storia dell’Urbe.
Circa un miliardo di euro è stato investito sulla riqualificazione dei complessi ATER con l’apertura di cantieri volti alla ristrutturazione di edifici decadenti o alla costruzione di nuove realtà.
Maria Cristina Valeri, presidente di “Roma Fotografia” ha così spiegato ciò che gli scatti vogliono rappresentare: “La rigenerazione urbana ha il potere primario di mutare la qualità e il decoro delle realtà abitative, ma anche quello di creare una rigenerazione sociale e culturale, che migliora il senso di dignità e di equità. Imprimere un’identità che caratterizzi le periferie, sempre più ampie e lontane dal centro storico, si pone come una sfida fondamentale per la vita di milioni di cittadini che le abitano”.
La mostra avrà un doppio appuntamento: quello del 28 gennaio, presso la “Vaccheria” (il nuovo centro culturale all’Eur) ed il 31 gennaio, al Centro polifunzionale Statuario a Capannelle.
Un’amministrazione comunale ha sì il compito di curare e proteggere il centro della propria città che rappresenta il biglietto da visita di quel determinato Comune ma deve anche puntare molto sulle periferie che sono il “futuro” di una realtà urbana. Servizi di viabilità, scuole, ospedali, infrastrutture moderne rappresentano la continuità della Storia di una città ed anche un cambiamento mentale volto a concepire le borgate non più come luoghi di abbandono ma come zone vive e di crescita.
Stefano Boeris