Ci auguriamo che il tempo, che sa essere tanto tiranno quanto galantuomo, possa rendergli giustizia come merita
Anche la morte ha un peso specifico che varia da persona a persona, da fatto a fatto. Lo ha sperimentato Francesco Nuti, l’attore/regista che, nel giorno in cui un Gigante come Silvio Berlusconi lasciava questo mondo, ha “deciso” di seguirlo non ricevendo, però, quel giusto riconoscimento da parte dei media.
Purtroppo, Nuti che dal 2006 era entrato nel tunnel della disabilità per via di un ematoma cranico dovuto ad un incidente domestico (una caduta dalle scale), ha avuto una vita decisamente sfortunata che è rimasta tale sino al suo ultimo giorno terreno.
Era nato a Prato il17 maggio del 1955. Suo padre Renzo svolgeva il mestiere di barbiere ed era originario del Mugello mentre la madre Anna veniva da Crotone. Aveva un fratello più grande, Giovanni, medico ma anche musicista e compositore.
Entrò nel mondo dello spettacolo dapprima in maniera amatoriale (era ancora studente) poi, alla fine degli anni ’70, come professionista, facendo parte del trio dei “Giancattivi” assieme ad Alessandro Benvenuti e Athina Cenci.
Fu un periodo fortunato per lo spettacolo quello a cavallo degli anni ’70 e ’80: molti giovani desiderosi di fare del palcoscenico la propria professione, riuscirono nell’obiettivo: “I Gatti di Vicolo dei Miracoli”, “I Giancattivi” ma anche singoli volti come Massimo Troisi e Carlo Verdone. Questi gruppi e nomi poterono contare su programmi intelligentemente strutturati come quello radiofonico intitolato “Black Out” o l’ancor più famoso “Non stop” andato in onda sul piccolo schermo grazie all’idea di Enzo Trapani.
Tornando ai “Giancattivi”, questi giovani, diretti dallo stesso Benvenuti, esordirono cinematograficamente nel 1981 con la pellicola “Ad ovest di Paperino” in cui venivano riproposti sketch del repertorio del gruppo.
Nuti decise di intraprendere la carriera cinematografica da “solista” nel 1982. E la buona sorte premiò il suo coraggio facendolo lavorare in film come “Madonna che silenzio c’è stasera”, “Io, Chiara e lo Scuro” e “Son contento”. La seconda pellicola lo portò a vincere il David di Donatello ed il Nastro d’Argento.
Come regista firmò film tra gli anni ’80 e ’90 che ebbero un notevole consenso da parte del pubblico: “Tutta colpa del Paradiso”, “Stregati”, “Donne con le gonne”. E ancora “Il signor Quindicipalle”, “Io amo Andrea” ed altri. Sul finire degli anni ’80 (1988) partecipò anche al Festival di Sanremo con il brano “Sarà per te”, in seguito inciso anche da Mina. Va detto che nel 1994 Nuti conobbe anche l’insuccesso con “OcchioPinocchio” non incontrando i favori né del pubblico né della critica.
Fonte: GoNews
L’incidente del 2006 segnò l’inizio della fine. Sempre meno apparizioni pubbliche per poi scomparire del tutto dalle telecamere sino al 2010 quando nella trasmissione “I fatti vostri” su Rai 2, tornò manifestando le sue enormi difficoltà comunicative e i danni neurologici conseguenti all’incidente.
Nel 2011 fu ospite della trasmissione di Canale 5 “Stasera che sera!”, condotta da Barbara D’Urso. L’immagine di Francesco Nuti, ormai preda dell’handicap, sollevò forti critiche che contribuirono alla chiusura della trasmissione dato il modo (almeno così dissero i critici) in cui si era spettacolarizzato sulla sofferenza di un uomo e di un artista.
Nel dicembre 2019 gli venne conferito il Premio Internazionale Vincenzo Crocitti “Alla carriera”. A ritirarlo, la figlia Ginevra. Fu il primo riconoscimento assegnatogli nella sua storia cinematografica e artistica.
E, come scritto ad inizio articolo, lo stesso giorno della morte di Silvio Berlusconi (12 giugno 2023), anche Francesco ha chiuso gli occhi, smettendo di soffrire. Aveva 68 anni. I media hanno dato un lieve risalto alla notizia perché totalmente concentrati su quanto avvenuto a Milano. Poche righe e nelle pagine interne. Ci auguriamo che il tempo, che sa essere tanto tiranno quanto galantuomo, possa rendergli giustizia come merita.
Ciao Francesco!
Stefano Boeris