Un brutto sogno della Rigenerazione Urbana. Protagonisti Roberto Gualtieri, Nerone e Stefano Boeri
Caro Roberto Gualtieri, sono la Rigenerazione Urbana che ti scrive. Ti ricordi me? Ci siamo conosciuti al Festival dell’Architettura realizzato due mesi fa dall’Ordine degli Architetti di Roma. Questa notte ho fatto un brutto sogno, forse a causa del caldo torrido di questi giorni e degli incendi sorti in più parti della nostra città.
Ho visto te, accomodato con la tua chitarra, sulla terrazza Caffarelli al Campidoglio, e l’Imperatore Nerone con la sua lira, in piedi, sulla Torre di Mecenate che duettavate su di me. Sì, proprio sulla sottoscritta, la Rigenerazione Urbana di Roma; d’altronde esisto da qualche secolo anche se con nomi sempre differenti. Secondo Svetonio, era la notte del 19 luglio del 64 d.C., quando scoppiò il grande incendio di Roma, un sistema sbrigativo per rigenerare una parte degradata di Roma; spente le fiamme Nerone iniziò a ricostruire Roma degna del ruolo di capitale del mondo.
Erano altri tempi e l’Imperatore poteva fare ciò che voleva. Dopo gli incendi, le epidemie, l’incuria, le addizioni erculee e altri piani virtuosi, finalmente, alla fine dell’800 o poco dopo, nella perfida Albione, così definita da chi agiva al difuori della democrazia e delle regole, mi diedero un nome e cognome: Urban renewal.
Mi utilizzarono a Londra per il quartiere di Westminster che, intorno al 1850, era una delle baraccopoli più degradate della Londra industriale. In Italia, mi hanno tradotto con Rigenerazione Urbana ma tu Roberto puoi chiamarmi come vuoi, a secondo di come ti fa comodo, a Napoli nel 1885 fui definita Piano di Risanamento di Napoli.
Insomma, voglio dirti, caro Sindaco, che dal tuo predecessore a oggi, se pur con angolazioni differenti, nella sostanza sono sempre esistita e quindi sono tanti gli architetti e urbanisti che si sono occupati di me. Anche il comune di Roma ha lavorato in tal senso per il recepimento della legge regionale sulla rigenerazione per favorire la riqualificazione urbana e assicurare i fondi del PNRR alle periferie della città e si sta adoperando per la semplificazione amministrativa.
Che mi stai dicendo? Sì, ora ti sento con quella chitarra…Avrei bisogno di un demiurgo per sentirmi più tranquilla? Come Stefano Boeri ad esempio, professore, architetto, direttore, politico, ecc.?
Già dimenticavo che l’architettura ha questo rapporto bilaterale con la politica. Lui ha realizzato cose egregie, tra cui il bosco verticale, forse ispirandosi a Patrick Blanc, inventore del giardino verticale (Mur Végétal) definito “un pezzo di natura invitata in città”.
Boeri ha sviluppato importanti piani di rigenerazione urbana ma anche altri architetti. Ma perché deve occuparsi proprio lui di me, la tanto auspicata Rigenerazione Urbana di Roma compreso il biondo Tevere? Ma i quasi 20.000 iscritti all’Albo degli Architetti di Roma e tutti i tecnici, architetti e ingegneri che lavorano negli uffici comunali che tu dirigi in qualità di Sindaco e ai quali, aggiungo, anche quelli che lavorano nelle Università e Soprintendenze di Roma sono tutti incapaci? Questo esercito di professionisti capitolini sono una forza più efficace di tutti i sistemi informatici esistenti per la conoscenza al centimetro del nostro territorio con tutte le sue problematiche.
L’architetto Boeri ha proposto all’amministrazione, il progetto “Laboratorio Roma50 – il futuro di una metropoli mondo” che vede l’istituzione di un laboratorio impegnato ad elaborare una strategia complessiva di rigenerazione sia urbana che ambientale per Roma. L’idea è quella di sistematizzare tutto ciò che è contenuto nei protocolli urbani che la città sta adottando.
Spiegami Roberto, anche inventandoti uno stornello, che c’ha mejo dell’antri ‘sto Boeri? Facendo due chiacchiere nei quartieri mi hanno detto che costerà ai romani 750.000 euro già stanziati a Bilancio fino al 2024 e che il loro compito è di discutere di cose che già sono note.
Ma se nella cernita dei dieci giovani meritevoli under 35 ce ne fosse uno di anni 36 viene scartato se pur un genio? Questa della età non è una discriminazione rispetto al merito?
Caro Roberto, la sottoscritta Rigenerazione Urbana, è la medicina per il degrado urbano e devo essere dosata caso per caso dai medici/architetti ricordandoci che i progetti a grande scala a Roma, burocraticamente lenta come un bradipo e da sempre in cronica astinenza finanziaria, non hanno mai funzionato. Servono medici/architetti di base, che conoscono i loro pazienti e hanno una anamnesi chiara, aggiornata per prescrivere le giuste terapie. È sulla corrispondenza tra città e cittadini tramite l’incontro comprensivo con l’architettura che nasce il suo valore civile.
“Fare Architettura” è pratica virtuosa per progettare sia il piccolo giardino abbandonato sia l’immobile che ha perso la sua funzione originale e rigenerali nell’ambito della città dei 15 minuti. È dal quartiere che nascono le idee per immaginare una città nuova, ecosostenibile, socialmente non discriminata e non discriminante.
Roberto perdonami ma questi concetti che hai condiviso con gli architetti romani al Festival dell’Architettura e che volevi realizzare con loro li hai dimenticati? Forse sei diventato tifoso del Milan o dell’Inter?
Prima che mi risvegli da questo brutto sogno potresti chiedere all’architetto Boeri quanto si sarebbe sentito frustrato se il sindaco Sala avesse fatto la tua stessa scelta a Milano?
Paolo Verdeschi
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