La direttiva prevede l’utilizzo di una ricarica comune USB-C per tutti i dispositivi mobili e di rendere i protocolli software di ricarica interoperabili tra marchi
Fosse stato un dispositivo si sarebbe già spento. Il caricabatteria unico ci ha messo davvero troppo, ma alla pachidermica azione politica europea siamo abituati. Dopo quasi un decennio di dibattito sulla necessità di avere uno standard di produzione per i caricabatteria, la commissione per il Mercato interno del Parlamento europeo annuncia l’accordo.
La direttiva prevede l’utilizzo di una ricarica comune USB-C per tutti i dispositivi mobili e di rendere i protocolli software di ricarica interoperabili tra marchi. Ciò consentirà di non obbligare i consumatori ad acquisti continui di accessori per adattare il proprio dispositivo al modello di ricarica e di ridurre così i rifiuti elettronici.
Con il caricabatteria unico, sarà possibile perciò continuare ad utilizzare il proprio cavo anche per ricaricare il nuovo dispositivo acquistato. Finalmente.
“L’accordo è una tappa fondamentale dopo oltre di 10 anni di lavoro a questa direttiva”. Così Alex Agius Saliba, eurodeputato maltese e relatore per il Parlamento europeo sulla direttiva per l’adozione di caricabatterie unico, in conferenza stampa dopo l’accordo politico raggiunto tra le istituzioni UE (fonte ANSA).
“Grazie alla norma saranno risparmiati oltre 250 milioni di euro spesi dai consumatori in caricabatterie inutili” che generano tra le 13 e le 15 mila tonnellate d rifiuti elettronici. Tra i prodotti inclusi nella lista ci saranno laptop, telefonini, tablet cuffie, auricolari e-Reader, e per i laptop la scadenza verrà posticipata di 16 mesi per permettere al mercato di allinearsi”.
Sì, perché dopo 10 anni, ne dovremo aspettare altri 2 per vedere attuata la direttiva, e 3 anni e mezzo per i laptop. Meglio tardi che mai, anche se è così tardi, che forse è come se valesse come un mai.
Alberto Siculella