Ognuno potrà giudicare se l’Italia è cambiata in meglio o in peggio, e se ci sono novità nei comparti della nostra vita, in gran parte lo si deve a Silvio Berlusconi
Anche i suoi più acerrimi nemici hanno dovuto ammettere che Silvio Berlusconi ha cambiato il corso della politica italiana, e non solo. Ha cambiato il modo di fare impresa, costruendo un colosso mediatico portando al successo il più grande gruppo di comunicazione italiano, Mediaset, che poi si è espanso anche in Europa. Ha creato due piccole città, Milano 1 e Milano2, rivedendo in modo moderno e più umano un modello di come si doveva concepire l’urbanistica finalizzata ad una serena convivenza in un agglomerato urbano. Ha poi puntato sulle assicurazioni e poi, forse, sul capolavoro che lo ha reso famoso nel mondo.
Lo Sport, creando con il Milan, la squadra più vincente nel mondo. In ognuna delle sue intraprese il minimo comune denominatore è sempre stato il concetto di innovazione, per rompere gli schemi ingessati che hanno frenato per decenni lo sviluppo del nostro Paese.
Non c’è dubbio che esiste un’Italia prima e dopo Berlusconi che senza dubbio ha radicato nel cuore e nella mente di tanti italiani, che i sogni, la voglia di realizzare le cose, se ci si crede fermamente, tutto si riesce a realizzare. Un messaggio di autentico ottimismo testimoniato dalle tante cose che è riuscito a fare, partendo da zero, considerata l’estrazione umile della sua famiglia.
Ad un certo punto della sua storia, nei primi anni ‘90, con la fine della Prima Repubblica e con la crisi dei partiti, poveri di idee su come ripartire e sempre più succubi della Magistratura ormai padrona del centrocampo, Berlusconi, dopo alcuni tentativi andati a vuoto di affidare il blocco sociale che stava dietro il Pentapartito ad un politico, leggi Martinazzoli, decise di scendere in campo.
Berlusconi dice per amore del Paese, i suoi ossessionati critici dicono per proteggere le sue aziende. Tant’è. Berlusconi scende in campo e in pochi mesi coagula intorno a Forza Italia quel blocco sociale moderato e riformista che non aveva più rappresentanza politica. Infatti, c’era da contrastare sinistra DC e i comunisti rifugiati nel PDS e poi nei DS, che stavano galoppando verso la presa del governo del Paese con parole d’ordine illiberali e verticistiche.
Fonte: Chronist.it
Insomma, c’era da contrastare la gioiosa macchina da guerra capitanata da Occhetto. Tutti sappiamo come finirono quelle elezioni. Nessuno immaginava che in qualche mese si potesse ribaltare una previsione data per certa dai giornali fiancheggiatori della Magistratura e dagli opinionisti da salotto, incapaci di intercettare il pensiero delle persone “normali”.
Vince Berlusconi, e cominciano i suoi guai. I tifosi, allo stadio, intonano, quando chi perde reagisce male, il coro, e non “ce vonno sta”.
E chi ha perso ha reagito con una violenza inusitata facendo partire nel corso degli anni circa 80 procedimenti penali. Si, 80 processi. Le cose peggiori riguardavano i rapporti con la mafia, la corruzione e tante altre cose gravi e meno gravi. Poi la storia di Ruby, le olgettine, tutte cose che non nobilitano la figura di un Premier. La sua reputazione ha avuto colpi duri con tutte queste cose che, ripetiamo, un Premier non può e non deve fare.
La sua storia politica ha avuto momenti di alti e bassi, ha il record di giorni di governo ma, come per altro vale per tutti i premier italiani, anche lui ha avuto difficoltà a portare a compimento il suo programma. L’avversione che in Italia, Paese senza dubbio conservatore, alla fine non si vuole cambiare la Costituzione, adeguata al post-fascismo ma dannosa per un Paese che si deve misurare con lo sviluppo, impedisce di creare le condizioni per una effettiva governabilità, abbiamo una legge elettorale che non consente di identificare un vincitore costringendo, nel migliore dei casi a governi di coalizione, che alla prova dei fatti, difficilmente arrivano al termine della legislatura.
Anche Berlusconi non è riuscito nel miracolo di cambiarla. Come non è riuscito a portare a casa quella rivoluzione liberale per la quale aveva i numeri per farla. Forse il ricatto e la pressione feroce della Magistratura ne ha impedito il successo è tutto il Paese ancora patisce la mancanza di riforma.
Chi ci prova, vedi Renzi, vede colpiti amici e parenti con inchieste che finiscono nel nulla ma che certo intimidiscono chi circonda personaggi che provano a cambiare le cose. Quello dello strapotere della Magistratura e della debolezza della politica è un argomento centrale che deve essere oggetto di una coraggiosa azione del governo per limitare i poteri che impropriamente si sono presi. Per la cronaca, dei circa 80 processi subiti, Berlusconi è stato condannato una sola volta, per evasione fiscale, proprio nel momento in cui aveva lasciato le cariche, perché Premier.
Nelle tante testimonianze raccolte dopo la sua morte ha colpito la generosità e la disponibilità che ha sempre offerto alle persone. Tutte le persone. Potenti e persone semplici. Sono molteplici le testimonianze in questo senso. E tutti gli odiatosi che hanno costruito sull’antiberlusconismo la propria carriera e la propria fortuna, immagino come avranno vissuto questo dolore collettivo per la scomparsa di un uomo coraggioso, brillante e simpatico che con la sua capacità di sognare ha trasformato l’Italia nel profondo e ha dato una vigorosa scossa a tutta la popolazione.
Ognuno potrà giudicare se l’Italia è cambiata in meglio o in peggio, sicuramente è cambiata e se ci sono tracce di novità in tutti i comparti della nostra vita, in gran parte lo si deve a Silvio Berlusconi.
FRANGES